Sri Lanka: quattro anni fa la fine della guerra civile tra cingalesi e tamil
Quattro anni fa, terminava la cruenta guerra civile che per 25 anni ha insanguinato
lo Sri Lanka, provocando decine di migliaia di morti. L’esercito della maggioranza
cingalese e le milizie della minoranza tamil, che rivendicava diritti civili per la
propria etnia, ma anche l’indipendenza del nord dell’isola, si affrontarono duramente,
fino a quando un imponente blitz dell’esercito concluse nel sangue il conflitto. Che
cosa questa guerra ha rappresentato per lo Sri Lanka? Giancarlo La Vella lo
ha chiesto a Marzia Casolari, docente di Storia dell’Asia all’Università di
Torino:
R. – E’ stata
una guerra lacerante, un conflitto violentissimo. Le motivazioni sono motivazioni
molto lontane nel tempo: nel 1948, l’isola è diventata indipendente e la maggioranza
cingalese ha iniziato una politica sempre più discriminatoria nei confronti della
minoranza tamil. Questo è stato rappresentato fondamentalmente da due atti: primo,
la legge sulla cittadinanza, che stabiliva che potevano acquisire la cittadinanza
cingalese soltanto i tamil in grado di dimostrare di risiedere sull’isola da un certo
numero di generazioni. E quindi questa legge discriminava questa parte della popolazione.
L’altra legge che ha creato uno sconquasso è stata la legge sulla lingua, che riconosceva
come lingua ufficiale soltanto il cingalese. Quindi, per tutta la documentazione amministrativa
e burocratica l’unica lingua che si poteva usare era il cingalese. E questo penalizzava
molto i tamil di più recente arrivo sull’isola, i quali non parlavano il cingalese
in maniera così fluida.
D. – Questioni del genere, sfociate in una guerra così
lunga e sanguinosa, possono aver lasciato uno strascico fino ad oggi?
R. –
Sì, sicuramente il processo di pacificazione non sarà facile. E’ vero però che forse
ciò che aiuta in questo contesto è il carattere della popolazione, perché nonostante
questa guerra così cruenta, io credo che la gran parte della popolazione dell’isola
sia rimasta sostanzialmente estranea a questi equilibri. Questa contrapposizione armata
in realtà ha riguardato molto di più le formazioni politiche e quindi io credo che
questo scontro abbia lasciato abbastanza indifferente la popolazione civile: l’ipotesi
di una ripresa della contrapposizione armata, l’ipotesi di una ripresa del terrorismo,
credo sia piuttosto lontana. E credo che lo Sri Lanka sia destinato a un processo
di pacificazione definitiva.