Albania: appello dei vescovi per le elezioni del 23 giugno
Un appello a “prendere parte alle elezioni come occasione di partecipazione attiva
alla vita pubblica del Paese”. Lo rivolgono i vescovi albanesi “ai cattolici e a tutti
gli uomini di buona volontà”, in un messaggio in occasione delle votazioni generali
che si svolgeranno nel Paese il 23 giugno. Nel documento i vescovi non rinnegano “i
passi importanti compiuti precedentemente”. Tuttavia, osservano, “non possiamo non
evidenziare alcuni fenomeni negativi che possono danneggiare pesantemente il processo
elettivo in queste votazioni e, quindi, citandoli vogliamo ricordarli a tutti affinché
il processo elettorale proceda quanto meglio possibile”. In primo luogo: la “compra-vendita
del voto”. In molte zone dell’Albania, denunciano i vescovi, “il voto si vende, si
compera o si carpisce con minaccia. Amati fratelli, la compra-vendita del voto è la
compra-vendita della libertà”. Per l’episcopato, “oltre al voto comperato un altro
grave fenomeno è il voto sotto minaccia, legato soprattutto alla promessa di un posto
di lavoro: questa è un’aperta violazione ai diritti dell’uomo e dei lavoratori che
con questo lavoro sostengono la propria famiglia”. I vescovi invitano, poi, “le forze
politiche e i candidati a fare una campagna elettorale positiva senza abbassarsi a
livello di offese, d’insulti, di umiliazioni di carattere personale o familiare come
spesse volte si è verificato in questi ultimi anni da parte d’individui o gruppi di
persone”. Inoltre, “è più che necessaria un’amministrazione regolare del processo
delle elezioni in tutti i suoi singoli passaggi. Negli ultimi tempi, purtroppo, si
sono verificate tendenze alla manipolazione in questo processo da parte dei partiti
politici”. I presuli sottolineano anche l’importanza di conoscere “i risultati delle
votazioni e la loro accettazione da parte di tutte le componenti e il contributo a
un processo quanto più democratico per avere un Parlamento e un Governo legittimi
ed efficaci. Non dimentichiamo che durante la legislatura che ora si chiude non è
stato possibile ottenere lo status di candidato all’Unione europea”. Un “insuccesso”,
per l’episcopato, convinto che “il futuro dell’Albania è quello europeo. Quindi la
riuscita di questo processo è molto significativo per il futuro”. Ai fedeli, infine,
i vescovi ricordano che “il voto deve andare lì dove la coscienza dice e per quei
programmi che promuovono i valori umani più elevati: i diritti inviolabili della vita,
la famiglia e la morale, pietra fondamentale per una società sana”. (R.P.)