Sudan. Tensione nel Darfur: ribelli denunciano l'ingresso di truppe ciadiane
Sale la tensione in Darfur, dove i vertici del movimento per la Giustizia e l’uguaglianza
(Jem) hanno accusato le truppe ciadiane di aver passato il confine dirette verso le
roccaforti del gruppo, nel nord della regione. Il portavoce del gruppo Gibreel Adam
Bilal ha ammonito l’ex alleato, il presidente Idriss Deby, di “conseguenze catastrofiche”
nel caso di un coinvolgimento dei suoi militari nel conflitto sudanese. La vicenda
. riferisce l'agenzia Misna - si inserisce in un clima di accuse e interrogativi sollevati
dopo l’uccisione – la scorsa settimana – di Mohammed Bashar, capo di una fazione dissidente
del Jem che aveva avviato un negoziato di pace con Khartoum. I suoi fedelissimi sostengono
che l’agguato in cui Bashar e il suo vice sono stati uccisi si è verificato in territorio
ciadiano. Sostenitore del Jem durante gli anni del conflitto in Darfur e mediatore
del negoziato di pace di Doha, Deby ha interrotto le sue relazioni con il gruppo ribelle
in modo plateale nel 2011, negando all’allora leader del movimento Khalil Ibrahim,
in fuga dalla Libia in preda alla rivoluzione contro Muammar Gheddafi, di riparare
a N’djamena. Ieri, per la prima volta dalla morte di Kahlil nel dicembre 2011, Bilal
ha accusato il Ciad di essere dietro la sua uccisione e ammonito che “il Jem riterrà
Deby direttamente responsabile della morte di altri leader del gruppo che si dovessero
verificare nei prossimi giorni”. Il portavoce del movimento si è spinto oltre, accusando
chiaramente il governo di N’djamena di essere responsabile di “crimini di guerra commessi
durante il conflitto in Darfur” tra il 2003 e il 2007, affermando di avere “le prove
del coinvolgimento di Deby, da consegnare alla Corte penale internazionale”. (R.P.)