Milano: nasce la Rete G2, servizio d'informazione promosso dai figli d'immigrati in
Italia
Uno sportello per informazioni sulla cittadinanza, diretto agli stranieri, aperto
dai figli d’immigrati che vivono in Italia. L’idea è nata a Milano dalla Rete G2,
organizzazione fondata da seconde generazioni. Sono 5 milioni gli immigrati in Italia
nel 2011, ma tra loro circa 1 su 7 è nato in territorio italiano, secondo i dati contenuti
nell’ultimo “Dossier statistico immigrazione” della Caritas. Ma quali sono i problemi
che le seconde generazioni si trovano ad affrontare? Maria Cristina Montagnaro
lo ha chiesto a Hielen Tekèste della ReteG2:
R. – I problemi
principali sono legati alla documentazione, a quella dei figli, che è legata a quella
dei genitori. Se un cittadino straniero, ad esempio, diventa un cittadino italiano,
è molto facile vivere per il figlio. Mentre alcuni problemi, che possono essere legati
al fatto di avere un permesso di soggiorno, e che per un bambino sono piccoli, sono
grandi.
D. – Quali, ad esempio?
R. – Ad esempio il problema di non poter
andare ad una gita scolastica all’estero. Le cose poi peggiorano ed entrando nel mondo
dell’università ci si scontra con il fatto che molte borse di studio sono date a cittadini
italiani per legge. Se si vuole andare all’estero a fare un corso di perfezionamento,
c’è di nuovo il problema della mobilità e di quale visto devo prendere e quanto tempo
mi ci vuole. Niente è immediato. Conclusi gli studi, poi, sul posto di lavoro si possono
incontrare molti problemi, come un datore di lavoro non molto favorevole a dover sbrigare
delle pratiche burocratiche oppure l’accesso ai concorsi pubblici.
D. – Una
delle vostre iniziative è il laboratorio di cittadinanza. A chi vi rivolgete?
R.
– Il laboratorio di cittadinanza di G.Lab è dedicato a tutte le persone, giovani e
non giovani, di origine straniera, che vogliono avere informazioni generali, a carattere
generale sulla cittadinanza italiana, supportato tutto dal comune di Milano.
D.
– Quanto è importante l’associazionismo e il volontariato per voi giovani?
R.
– Le persone che fanno parte della ReteG2, seconda generazione, hanno tutte quante
esperienze comuni di associazionismo, per cui, in qualche modo, questa cosa ci accomuna
e, in questo percorso che stiamo svolgendo, si sta rinforzando: stiamo imparando gli
uni dagli altri e stiamo crescendo insieme. L’importante appunto è che aggreghi e
che abbia un fine comune.
D. – Questi ragazzi hanno vissuto nella loro vita
episodi di discriminazione?
R. – In realtà, noi non facciamo un monitoraggio
riguardo agli episodi di discriminazione e di razzismo. Io parlerei più in generale
di discriminazione. Questo può avvenire tutti i giorni, in base all’aspetto e ai tratti
somatici che uno ha e in base agli ambienti in cui vive. Tutti noi, quindi, abbiamo
avuto degli episodi di discriminazione, in quanto l’Italia fino a pochi anni fa era
di un solo colore e adesso è cambiata.