2013-05-14 11:41:03

I vescovi lituani: Convenzione Ue contro la violenza sulle donne promuove l’ideologia di genere


I vescovi della Lituania chiedono al Governo di non firmare la nuova Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, approvata nel 2011. Anche se l’obiettivo è in sé condivisibile, afferma l’episcopato in una nota ripresa dall’agenzia Cwn - così come formulato il testo presenta diversi punti non accettabili per la Chiesa cattolica. Composto di 81 articoli, il Trattato individua una serie di nuove tipologie di reato, quali le mutilazioni genitali femminili, il matrimonio forzato, gli atti persecutori (stalking), l’aborto forzato e la sterilizzazione forzata, descrivendo la violenza contro le donne come una “manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi”. A destare le obiezioni dei vescovi lituani sono, tra l’altro, l’articolo 4 che introduce concetti ideologici come quelli dell’”orientamento sessuale” e dell’”identità di genere”. Per lo stesso motivo, secondo i vescovi, è discutibile anche l’articolo 14 che impegna gli Stati contraenti a intraprendere le azioni necessarie per includere nei programmi scolastici materiali didattici su temi quali “la parità tra i sessi e i ruoli di genere non stereotipati”. A preoccupare l’Episcopato è poi l’articolo 12 che impegna le Parti a “promuovere i cambiamenti nei comportamenti socio-culturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull'idea dell'inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini” e a vigilare “affinché la cultura, gli usi e i costumi, la religione, la tradizione o il cosiddetto "onore" non possano essere in alcun modo utilizzati per giustificare nessuno degli atti di violenza”. L’articolo, obiettano i vescovi lituani, potrebbe lasciare intendere che le tradizioni culturali e religiose della Lituania siano una minaccia per le donne. Analoghe riserve sulla Convenzione sono state espresse dai vescovi della Polonia che lo scorso mese di dicembre avevano criticato il Governo di Varsavia per avere firmato il Trattato. (L.Z.)







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