2013-05-14 07:55:36

Buoni rapporti con gli Usa ma no ai droni: così Sharif, premier in pectore in Pakistan


Violenze dei talebani, scarsa partecipazione femminile al voto, irregolarità: sono i limiti messi in luce dagli osservatori dell’Ue nelle elezioni di sabato in Pakistan, vinte dalla Lega musulmana di Sharif. Ma nessuno nega l’importanza del primo cambio di governo democratico in Pakistan. E i vescovi parlano di grande incoraggiamento per l’affluenza al 60% nonostante le minacce. Intanto il premier in pectore Sharif annuncia le sue strategie sul piano internazionale. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Dai suoi viene chiamato il ''Leone del Punjab''. Nonostante il plebiscito ottenuto proprio in questa provincia e i 125 seggi di cui dispone, Sharif avrà bisogno di qualche indipendente per la maggioranza assoluta nell'Assemblea nazionale. Dunque governo di coalizione. Con la stampa estera chiarisce i temi chiave: crisi economica ed energetica, corruzione, relazioni con gli Usa e talebani''. Promette di trasformare il Pakistan in una nuova Tigre asiatica. A Washington manda a dire che i rapporti saranno buoni ma basta con i droni. Sui talebani resta vago e chiediamo dunque a Raffaele Marchetti, docente di relazioni internazionali all’Università Luiss:

Il partito di Sharif è un partito comunque sensibile alle rivendicazioni islamiste. E’ il partito che probabilmente potrà nel migliore dei modi cercare una gestione della questione terroristica.

E poi mano tesa di Sharif all’India: promette di visitare il vicino Paese ostile e di cercare la ''normalizzazione delle relazioni con New Delhi''. Ma il prof. Marchetti avverte:

Il quadro geopolitico naturalmente rimane complesso. Dall’India ci sono state aperture, certamente “diplomatiche”, però interessanti. Naturalmente l’altro grande partner è la Cina, con cui il Pakistan ha rapporti significativi, che sicuramente continuerà a sviluppare. La triangolazione contro l’India è evidente.

Resta la possibile alleanza con l’Afghanistan contro il terrorismo: Da Kabul Karzai sottolinea che molti santuari dei movimenti armati sono nei territori tribali pachistani.







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