2013-05-14 12:49:07

Angola: il governo esorta i leader cristiani a combattere la proliferazione delle sette illegali


La Ministra della Cultura angolana Rosa da Cruz e Silva ha esortato le Chiese cristiane tradizionali e legalmente riconosciute in Angola a mobilitarsi per fermare la diffusione delle nuove sette illegali che minacciano l’ordine pubblico e l’identità culturale del Paese. Aprendo nei giorni scorsi un incontro tra il Governo e i leader religiosi cristiani dedicato al fenomeno religioso, da Cruz e Silva – riporta l’agenzia angolana Angop, ripresa dall’Apic - ha lamentato la proliferazione disordinata dei nuovi culti, richiamando l’importanza del ruolo dei leader religiosi cristiani quali mediatori tra la società e lo Stato “per l’armonia , la difesa dei valori e dei principi nazionali” e nell’educazione alla cittadinanza. Alle parole della ministra hanno fatto eco quelle del Segretario del Presidente della Repubblica per gli affari sociali e religiosi, Simão Helena, che ha esortato i leader cristiani a collaborare su questo fronte. “La Chiesa - ha detto – dovrebbe aiutare lo Stato a trovare soluzioni che mettano tutti d’accordo”. Egli ha quindi esortato le Chiese legali ad essere unite perché, ha affermato, “l’unità della società dipende dalle Chiese”. A marzo Helena aveva già espresso viva preoccupazione per il proliferare di sette impegnate in attività illegali. Nell’ambito di una conferenza intitolata “Riflessioni sulla situazione attuale della Chiesa in Angola”, il segretario aveva precisato che delle 900 chiese attive nel Paese solo 83 sono riconosciute legali dal Ministero della Cultura e in molti casi si tratta di gruppi settari che fanno leva sulla credulità e sul bisogno delle persone, per fini meramente economici e che non contribuiscono in alcun modo al miglioramento della società. A riaccendere i riflettori sul fenomeno è stata la tragedia avvenuta il 31 dicembre scorso allo Stadio Citadella di Luanda durante una veglia organizzata dalla Chiesa Universale del Regno di Dio (Iurd - appartenente alla confessione evangelica neo-pentecostale di origine brasiliana) in cui, a causa della ressa, avevano perso la vita sedici persone. Dopo l’incidente il Governo aveva deciso di sospendere per due mesi ogni attività della Iurd e aperto un’inchiesta. (A cura di Lisa Zengarini)







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