Gli Usa aumentano la pressione su Assad, indagini sull'uso di armi chimiche
Il panorama internazionale con la crisi siriana, al centro del colloquio alla Casa
Bianca, tra il Presidente Obama e il premier britannico Cameron reduce dall’incontro
con il russo Putin. Si cerca una soluzione politica di fronte alla catastrofe umanitaria
denunciata nuovamente anche dal Comitato internazionale della Croce rossa. Intanto
in Siria è ancora scambio di accuse tra il regime e le autorita' di Ankara sul duplice
attentato di sabato al confine, costato quasi 50 morti e 115 feriti .La Turchia ipotizza
l’uso di armi chimiche. Da washington Elena Molinari:
Gli Stati Uniti
continuano a indagare sull’uso di armi chimiche in Siria e da quello dipendono i prossimi
passi americani. Lo ha ammesso poco fa Barack Obama che ha concordato con il collega
britannico sulla necessita’ di "aumentare la pressione" per giungere alla deposizione
di Bashar Assad e a un governo di transizione. Ancora più esplicito David Cameron,
che ha parlato di "prove" sempre piu' concrete sull’uso di armi chimiche da parte
del regime siriano e non ha escluso di intraprendere azioni in riposta cio’ che sta
accadendo sul terreno. Al fianco di Obama Cameron ha ricordato che in Siria sono gia’
morte 80mila persone, migliaia di altre sono state costrette a lasciare le loro case.
"Il mondo deve unirsi rapidamente per mettere fine alla carneficina che si sta consumando
in Siria sotto i nostri occhi”, ha concluso. Durante il loro incontro Obama e Cameron
hanno esaminato anche le possibili mosse per favorire una soluzione politica del conflitto.
In primo posto l’idea di una conferenza internazionale con una forte mediazione russa.