2013-05-12 18:37:32

La Siria: non c'entriamo con gli attacchi in Turchia. Nella guerra 80mila morti


La crisi siriana. Dopo le accuse di Ankara, Damasco nega un suo coinvolgimento negli attentati nel sud della Turchia, costati la vita a 46 persone. I responsabili, tutti cittadini turchi, sarebbero già stati arrestati dalle autorità. Intanto sale a 80mila il bilancio dei morti dall’inizio del conflitto, e secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, la metà sono civili. Cecilia Seppia:RealAudioMP3

E’ di nuovo tensione alle stelle tra Damasco e Ankara dopo gli attentati a Rey-hanli nel sud della Turchia costati la vita a 46 civili. Il ministro degli esteri turco Davutoglu punta il dito contro le milizie di Assad e annuncia l’arresto di 9 persone, probabilmente le stesse coinvolte nel massacro di una settimana fa a Banias, con 62 morti. Si tratta però di cittadini turchi, forse affiliati ai soldati governativi siriani. Ma Damasco respinge le accuse e definisce le azioni “atti inaccettabili e contrari ai propri valori”. “La Siria vuole portarci verso uno scenario catastrofico”, ha detto il premier turco Erdogan, che ha anche invitato la popolazione a mantenere sangue freddo davanti alle provocazioni. E mentre la tv araba Al-Jazeera annuncia la liberazione di 4 caschi blu filippini rapiti dai ribelli nei giorni scorsi, l’Osservatorio siriano per i diritti umani diffonde un nuovo bilancio di questo sanguinoso conflitto. 80 mila persone uccise, circa 34 mila e 500 civili, i bambini morti invece sono quasi 5 mila. Sul fronte diplomatico si fa prossimo l’incontro tra il premier israeliano Netanyahu e il presidente russo Putin. Obiettivo: convincere Mosca a cessare la vendita a Damasco di sistemi di difesa aerea S-300.







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