2013-05-12 11:00:16

Campagna nazionale "Uno di noi" in difesa dell'embrione e Marcia per la vita a Roma


L'odierna Giornata nazionale di mobilitazione per la campagna “Uno di noi” e la Marcia per la vita promossa oggi a Roma, tra il Colosseo e Castel San'Angelo, “rappresentano due appuntamenti importanti per la crescita della sensibilità sul diritto alla vita”. Lo afferma Carlo Casini, presidente del Comitato italiani di “Uno di noi” per il quale le due iniziative, “anche se nascono indipendentemente, possono diventare un'opportunità per dare il segno dell'unità del grande popolo della vita prefigurato da Giovanni Paolo II”. Alla Marcia per la vita, oggi alla sua terza edizione, hanno partecipato circa 30mila persone aderenti a diverse realtà pro-life italiane e delegazioni straniere. Ad organizzarla è stato il Movimento europeo per la difesa della Vita (MEVD) e “Famiglia domani”. Ma perché organizzare una volta all'anno una manifestazione pubblica di questo tipo? Adriana Masotti lo ha chiesto a Francesco Agnoli, uno dei principali promotori: RealAudioMP3

R. – Perché la Marcia per la vita è una testimonianza pubblica della dignità della persona umana, della sacralità della vita, in un’epoca in cui la sacralità della vita si va perdendo, il senso della vita si va perdendo e si va perdendo anche il senso della vita più debole. E’, quindi, una testimonianza pubblica per la vita, per la bellezza della vita, per il dono della vita, il mistero della vita.

D. – Dietro allo striscione di apertura del corteo con la scritta: ”Marcia per la vita” si sono visti oggi realtà e gruppi molto vari...

R. –In qualche modo la marcia unisce tante associazioni diverse: c’è chi fa un lavoro più culturale per conferire dignità alla vita umana, c’è chi fa più un lavoro di carità come associazioni che si dedicano a seguire famiglie in difficoltà, associazioni di case- famiglia che accolgono i bambini abbandonati, associazioni che seguono invece le donne che hanno abortito come l’associazione “Il dono” di Roma, che segue le donne che dopo l’aborto entrano in crisi e vivono il dramma post-aborto … Ci sono tante realtà, di vario tipo e per questo è una manifestazione variopinta.

D. – Oggi è anche la giornata della raccolta straordinaria di firme, nelle parrocchie, per la campagna “Uno di noi”. Le due iniziative però non si pongono in contrasto …

R. – Assolutamente no: sono tutte e due per la vita e di conseguenza per la difesa dell’embrione. Sono due modi diversi, ed è opportuno che ci siano manifestazioni diverse che vanno incontro a sensibilità diverse. C’è chi preferisce qualcosa di pubblico, almeno una volta l’anno, c’è chi – invece – preferisce una raccolta di firme per sensibilizzare. La raccolta di firme ha anche questa utilità molto culturale: io vado da un amico e gli dico: ‘Ascolta, c’è questa raccolta di firme per la dignità dell’embrione. Vuoi firmarla?’, e il mio amico magari mi risponde: ‘Chi è, questo embrione?”, e mi dà l’occasione per parlare. Tutto ciò che serve a far capire che la vita umana è preziosa e che non si può buttare via, eliminarla, ucciderla, tutto questo nella nostra ottica è positivo.

D. – Che cosa vuol rispondere a chi ritiene che la Marcia sia promossa da cattolici integralisti e da neo-fascisti? E che impegno c’è da parte degli organizzatori a dissolvere queste accuse?

R. – Guardi … le accuse sono fatte in malafede. Noi non abbiamo accettato l’adesione di nessuna sigla, di nessun movimento politico. E questa è una scelta fin dall’inizio. Noi non vogliamo assolutamente che si possa prestare il fianco a strumentalizzazioni. Devo anche dire che si tratta delle proteste di poche persone che alzano la voce, ma poi in realtà …

D. – Ecco: al di là della presenza dei politici è comunque una marcia pacifica, non è aggressiva, insomma …

R. – Assolutamente. E’ ovvio che quando si propone un’idea ben precisa – noi siamo per la vita e quindi siamo contro l’aborto – è evidente che qualcuno si arrabbia. Nella nostra società, dove spesso il più forte crede – perché è il più forte – di poter fare ciò che vuole, qualcuno si arrabbia semplicemente perché noi ricordiamo un fatto semplicissimo, banale, scientificamente e razionalmente comprensibile: che ogni feto, ogni embrione è vita umana.







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