Bulgaria al voto col rischio dell’ingovernabilità e il peso della crisi economica
Seggi aperti oggi in Bulgaria per le elezioni legislative anticipate. I sondaggi prevedono
una vittoria di misura sui socialisti per i conservatori del Gerb, del premier dimissionario,
Boyko Borissov. Dalle urne comunque difficilmente uscirà una maggioranza chiara di
governo. Proteste e malcontento hanno segnato tutta la campagna elettorale in quello
che è il Paese più povero dell’Unione Europea. Il servizio di Marco Guerra:
Lo spettro
dell’ingovernabilità aleggia sulle elezioni politiche in Bulgaria. Stando infatti
ai sondaggi, né il partito conservatore Gerb dell'ex premier Boyko Borissov, né il
partito socialista di Serghiei Stanishev - le due principali formazioni in lizza -
riusciranno a raccogliere voti sufficienti per poter poi formare un nuovo governo.
Un risultato non auspicabile per affrontare con forza la drammatica crisi economica
che attanaglia il Paese e che è stata al centro del dibattito della campagna elettorale.
Il voto arriva inoltre dopo un inverno di proteste di massa contro il carovita, l'arbitrio
dei monopoli e la corruzione dei politici, e sulla scia di una serie di immolazioni
col fuoco di uomini poveri e disperati. Destra e sinistra sono accusate di non aver
fatto altro che aver portato il Paese alla miseria nei 23 anni dopo la caduta del
regime comunista. I partiti dal conto loro promettono occupazione e crescita, anche
se la formazione di centro-destra Gerb conferma che saranno portati avanti i contestati
piani di risanamento concordati con Bruxelles. L’insofferenza per una situazione economica
e sociale allarmante si rivolge dunque anche contro Unione Europea. Non è un caso,
infatti, che per la prima volta da quando la Bulgaria è entrata nell’Ue nel 2007 non
si parla quasi più di Europa. Per il Paese più povero dell’Ue l’ingresso nella famiglia
europea rientra nell’elenco delle occasioni mancate.