2013-05-11 15:29:08

Pakistan. Elezioni di sangue, 15 morti e molti feriti in tutto il Paese


Elezioni politiche di sangue, quelle che si stanno svolgendo oggi in Pakistan, dove 86 milioni di elettori sono chiamati ai circa 73 mila seggi allestiti per rinnovare i 342 membri che compongono l’assemblea nazionale e le quattro assemblee provinciali. Nonostante l’imponente dispiego delle forze completato ieri sera, diversi attentati si sono verificati oggi nel Paese, con un bilancio complessivo di 15 morti e molti feriti. Il più grave a Karachi, dove 12 persone sono morte per una bomba esplosa nell’area di Dawood Chorangi, dove si trovava Amanullah Mehsud, candidato per l’"Awami national party", formazione laica pasthun nel mirino dei talebani, che miracolosamente è rimasto illeso. L’ordigno era stato nascosto a bordo di un risciò e fra i 37 feriti ci sarebbero anche diversi bambini. Poco dopo, un’altra deflagrazione è stata avvertita invece nella zona di Landhi. Un ordigno è scoppiato anche a Peshawar, capoluogo della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, nei pressi di un seggio riservato alle donne, nella strada di Charsadda, uccidendo almeno una persona e ferendone 23. Un’altra esplosione si è verificata in una diversa parte della città e un seggio è stato chiuso in seguito a una sparatoria. Violenze anche a Swabi, dove due volontari dell’Awami sono stati uccisi da una bomba a mano mentre stavano recandosi a un collegio elettorale. Infine, il voto è stato negato alle donne nel distretto tribale del nord Waziristan, roccaforte dei talebani al confine con l’Afghanistan. A Miranshan, il divieto è stato veicolato attraverso gli altoparlanti delle moschee: in questa zona, molte donne vivono segregate nei “purdah”, i quartieri-ghetto da cui non possono uscire se non accompagnate da un uomo. Nonostante questo bilancio e le esplicite minacce dei talebani perpetrate fino alla vigilia del voto, alle ore 12 di oggi il dato sull’affluenza alle urne era del 30% e si presume si attesterà a fine giornata al 60, in aumento rispetto al 44% ottenuto nella tornata elettorale del 2008. Potrebbe trattarsi di una vera transizione democratica per il Pakistan, Paese che è stato soggetto alla dittatura talebana per oltra la metà degli anni trascorsi dalla sua indipendenza. La maggioranza dei consensi, secondo le stime, dovrebbe andare alla Lega dei musulmani del moderato Nawaz Sharif, già premier negli anni Novanta. (R.B.)







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