2013-05-11 13:46:42

Beatificato a Roma mons. Luigi Novarese, apostolo dei malati


“Un testimone del Vangelo che adorava Dio negli ammalati e nei sofferenti, perché scorgeva in essi l’ostensorio vivente della Passione di Cristo”. Così il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone questa mattina nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, a Roma, presiedendo la Messa per la beatificazione di mons. Luigi Novarese, fondatore della Pia Unione dei Silenziosi Operai della Croce. Il servizio è di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

“Apostolo dei malati”. Giovanni Paolo II definì così il nuovo beato mons. Luigi Novarese. Nato nel 1914 a Casale Monferrato, spese tutta la sua vita nella lotta contro l’emarginazione dei sofferenti in una visione non rassegnata o pietista, ma che assegnava loro un protagonismo attivo nell’apostolato tra gli ammalati stessi. Così lo ha ricordato il cardinale Tarcisio Bertone:

"Don Luigi li esortava incessantemente ad essere non solo oggetto di solidarietà e di carità, ma soggetti attivi nell’opera di evangelizzazione, contrassegnata dal dinamismo spirituale della consolazione, in unione con Cristo, il divino Consolatore".

In questa chiave vanno lette le opere realizzate da Novarese come la Lega Sacerdotale Mariana, il Centro Volontari della Sofferenza, i Silenziosi Operai della Croce, i Fratelli degli Ammalati. Un impegno alimentato dall’incessante preghiera per e con i malati che accompagnava a Lourdes e nei Santuari mariani, dalla partecipazione ai sacramenti e nato dall’esperienza che egli stesso aveva fatto del dolore per una malattia che in adolescenza lo aveva ridotto in fin di vita e dalla quale guarì miracolosamente per intercessione della Vergine Ausiliatrice, di don Bosco e del beato Filippo Rinaldi.

Desiderio di mons. Luigi era allontanare i malati e i disabili dai ghetti entro i quali la società li confina e integrarli in essa: per questo insegnava loro un mestiere per renderli autonomi nei limiti del possibile e dialogò instancabilmente con la medicina, dimostrando l’efficacia terapeutica della motivazione spirituale nella cura del malato. La sofferenza – ha evidenziato il cardinale Bertone – intesa non come un problema, ma come una risorsa:

"L’attività di Mons. Novarese ha esercitato un influsso non piccolo anche nel tessuto civile della Nazione, contribuendo efficacemente a promuovere in esso un’attenzione alle potenzialità del mondo della sofferenza, tesoro prezioso per la società".

Devoto al Magistero di Pietro, il nuovo Beato prestò servizio nella Conferenza Episcopale Italiana e per trent’anni nella segreteria di Stato Vaticana:

“Questo uomo, questo sacerdote ha svolto un lavoro intenso in un ufficio, in un organismo che negli ultimi tempi è stato anche oggetto di riflessioni - a volte - non benevole: la Segreteria di Stato di Sua Santità. E fra l’altro, proprio durante la Seconda Guerra Mondiale, svolse compiti delicati per far fronte alle necessità delle famiglie i cui uomini erano lontani, sul fronte della guerra. Non sono solo i seguaci della sua famiglia religiosa a far festa e a rallegrarsi, ma anche tutti coloro - ed io penso di rappresentarli - che lavorano in Vaticano. Sono orgogliosi di avere un loro compagno di lavoro proclamato Beato. Quindi anche chi lavora in Vaticano può raggiungere le vette della Santità! Questa è la prova più lampante!”.

Memorabile il più grande raduno di infermi mai realizzato all’interno della Santa Sede che mons. Novarese organizzò nel 1957 portando 7mila malati nel Cortile del Belvedere in udienza da Pio XII, così come l’ascoltatissimo “Quarto d’ora della serenità” ideato per la Radio Vaticana, primo programma che aveva i sofferenti come protagonisti. Accompagnato nella sua incessante attività fin dal 1943 da sorella Elvyra Myriam Psorulla, mons. Novarese elaborò idee divenute portanti nell’attuale impegno associativo nella Chiesa Universale e presenti in documenti del magistero universale come la Salvifici Doloris e la Christifideles Laici. Morto a Rocca Priora nel 1984, Benedetto XVI lo ha dichiarato Venerabile nel 2010, quindi, appurata la veridicità di un miracolo ottenuto da una malata appartenente ai Silenziosi Operai della Croce, ha firmato un Decreto che ha portato all’odierna Beatificazione.

L’esuberanza della carità di mons. Novarese sia un modello in questo anno della Fede, è stata l’esortazione del cardinale Bertone:

"Egli incoraggia tutti ad affrontare con ardore e fiducia le sfide della nuova evangelizzazione nel vasto campo della sofferenza e del dolore".







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