Beatificato a Roma mons. Luigi Novarese, apostolo dei malati
“Un testimone del Vangelo che adorava Dio negli ammalati e nei sofferenti, perché
scorgeva in essi l’ostensorio vivente della Passione di Cristo”. Così il cardinale
segretario di Stato Tarcisio Bertone questa mattina nella Basilica di San Paolo fuori
le Mura, a Roma, presiedendo la Messa per la beatificazione di mons. Luigi Novarese,
fondatore della Pia Unione dei Silenziosi Operai della Croce. Il servizio è di Paolo
Ondarza:
“Apostolo dei
malati”. Giovanni Paolo II definì così il nuovo beato mons. Luigi Novarese. Nato nel
1914 a Casale Monferrato, spese tutta la sua vita nella lotta contro l’emarginazione
dei sofferenti in una visione non rassegnata o pietista, ma che assegnava loro un
protagonismo attivo nell’apostolato tra gli ammalati stessi. Così lo ha ricordato
il cardinale Tarcisio Bertone:
"Don Luigi li esortava incessantemente
ad essere non solo oggetto di solidarietà e di carità, ma soggetti attivi nell’opera
di evangelizzazione, contrassegnata dal dinamismo spirituale della consolazione, in
unione con Cristo, il divino Consolatore".
In questa chiave vanno lette
le opere realizzate da Novarese come la Lega Sacerdotale Mariana, il Centro Volontari
della Sofferenza, i Silenziosi Operai della Croce, i Fratelli degli Ammalati. Un impegno
alimentato dall’incessante preghiera per e con i malati che accompagnava a Lourdes
e nei Santuari mariani, dalla partecipazione ai sacramenti e nato dall’esperienza
che egli stesso aveva fatto del dolore per una malattia che in adolescenza lo aveva
ridotto in fin di vita e dalla quale guarì miracolosamente per intercessione della
Vergine Ausiliatrice, di don Bosco e del beato Filippo Rinaldi.
Desiderio
di mons. Luigi era allontanare i malati e i disabili dai ghetti entro i quali la
società li confina e integrarli in essa: per questo insegnava loro un mestiere per
renderli autonomi nei limiti del possibile e dialogò instancabilmente con la medicina,
dimostrando l’efficacia terapeutica della motivazione spirituale nella cura del malato.
La sofferenza – ha evidenziato il cardinale Bertone – intesa non come un problema,
ma come una risorsa:
"L’attività di Mons. Novarese ha esercitato un influsso
non piccolo anche nel tessuto civile della Nazione, contribuendo efficacemente a promuovere
in esso un’attenzione alle potenzialità del mondo della sofferenza, tesoro prezioso
per la società".
Devoto al Magistero di Pietro, il nuovo Beato prestò
servizio nella Conferenza Episcopale Italiana e per trent’anni nella segreteria di
Stato Vaticana:
“Questo uomo, questo sacerdote ha svolto un lavoro intenso
in un ufficio, in un organismo che negli ultimi tempi è stato anche oggetto di riflessioni
- a volte - non benevole: la Segreteria di Stato di Sua Santità. E fra l’altro, proprio
durante la Seconda Guerra Mondiale, svolse compiti delicati per far fronte alle necessità
delle famiglie i cui uomini erano lontani, sul fronte della guerra. Non sono solo
i seguaci della sua famiglia religiosa a far festa e a rallegrarsi, ma anche tutti
coloro - ed io penso di rappresentarli - che lavorano in Vaticano. Sono orgogliosi
di avere un loro compagno di lavoro proclamato Beato. Quindi anche chi lavora in Vaticano
può raggiungere le vette della Santità! Questa è la prova più lampante!”.
Memorabile
il più grande raduno di infermi mai realizzato all’interno della Santa Sede che mons.
Novarese organizzò nel 1957 portando 7mila malati nel Cortile del Belvedere in udienza
da Pio XII, così come l’ascoltatissimo “Quarto d’ora della serenità” ideato per la
Radio Vaticana, primo programma che aveva i sofferenti come protagonisti. Accompagnato
nella sua incessante attività fin dal 1943 da sorella Elvyra Myriam Psorulla, mons.
Novarese elaborò idee divenute portanti nell’attuale impegno associativo nella Chiesa
Universale e presenti in documenti del magistero universale come la Salvifici Doloris
e la Christifideles Laici. Morto a Rocca Priora nel 1984, Benedetto XVI lo ha dichiarato
Venerabile nel 2010, quindi, appurata la veridicità di un miracolo ottenuto da una
malata appartenente ai Silenziosi Operai della Croce, ha firmato un Decreto che ha
portato all’odierna Beatificazione.
L’esuberanza della carità di mons. Novarese
sia un modello in questo anno della Fede, è stata l’esortazione del cardinale Bertone:
"Egli incoraggia tutti ad affrontare con ardore e fiducia le sfide della
nuova evangelizzazione nel vasto campo della sofferenza e del dolore".