2013-05-10 14:24:56

Raoul Wallenberg primo cittadino onorario dell’Australia per iniziativa degli ebrei ungheresi


Il 6 maggio scorso, con una cerimonia ufficiale, il governo australiano ha attribuito il titolo di primo cittadino onorario del Paese a Raoul Wallenberg, il diplomatico svedese scomparso nel 1978 che durante la Seconda Guerra Mondiale salvò decine di migliaia di ebrei nell’Ungheria occupata dai nazisti. Alla cerimonia hanno partecipato i sopravvissuti ungheresi salvati da Wallenberg e che da decenni vivono in Australia. Sull’evento Marta Vertse ha sentito mons. János Székely, vescovo ausiliario di Esztergom-Budapest, co-presidente del Consiglio Cristiano-Ebraico in Ungheria:RealAudioMP3

“Per iniziativa di ebrei ungheresi, che vivono in Australia e furono salvati dalla fucilazione da Raul Wallenberg, l’Australia ha dato cittadinanza onoraria a Raul Wallenberg. Si tratta di un avvenimento storico, visto che Wallenberg è il primo cittadino onorario del Paese. Il diplomatico svedese è stato uno dei più importanti personaggi vissuti durante la Seconda Guerra Mondiale, e salvò la vita di migliaia di ebrei a Budapest nel 1944-45. Nella capitale magiara troviamo una statua di Wallenberg e diverse strade portano il suo nome. (E’ già anche cittadino onorario di Budapest). Il governo ungherese ha deciso che l’anno prossimo, il 2014, sarà dedicato alla commemorazione dell’Olocausto in Ungheria. Come co-presidente del Consiglio Cristiano-Ebraico, abbiamo deciso insieme con il rabbino capo di Szeged, Zsolt Markovics, di prendere parte attivamente agli eventi di quest’ anno commemorativo. Da una chiesa luterana di Budapest (Deák tér), dove alcuni ebrei vennero nascosti e così salvati, organizzeremo una fiaccolata fino alla grande Sinagoga di Budapest, per pregare insieme, cristiani e ebrei – per le vittime dell’Olocausto, per la pace e rispetto reciproco fra tutte le religioni e popoli. Il Consiglio Cristiano-Ebraico da anni partecipa alla giornata di preghiera alla fine della Settimana per l’unità dei cristiani, quando noi, cristiani e ebrei, preghiamo insieme. Sono momenti forti di fratellanza, che costruiscono e fortificano ponti nella società”.







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