Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella Solennità dell’Ascensione, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui
Gesù conduce i discepoli verso Betània e, alzate le mani, li benedice:
“Mentre
li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono
davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio
lodando Dio”.
Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione
di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario
“Redemptoris Mater” di Roma:
Con l’Incarnazione
il Signore Gesù è entrato corporalmente nella storia dell’uomo, ora, con l’Ascensione,
egli esce da questo orizzonte ed entra, con il suo corpo di uomo, nella gloria del
Padre: è il momento dell’esaltazione, della glorificazione. Scrive con audacia S.
Ireneo di Lione, questo genio del II secolo: Cristo “è il Verbo di Dio che abitò in
mezzo all’uomo divenendo figlio dell’uomo perché si familiarizzasse nella conoscenza
intima del Padre e Dio si familiarizzasse ad abitare in mezzo all’uomo, secondo il
beneplacito del Padre” (Contro le eresie, III, 22). Il tempo trascorso qui sulla terra
ha dato inizio a questa “familiarità” tra Dio e l’uomo, ci ha fatti diventare “familiari
di Dio” (Ef 2,19), ed ha inaugurato il Regno di Dio sulla terra. Ora, posto alla destra
di Dio con il suo corpo d’uomo glorificato, Cristo accompagna il cammino di questo
Regno di Dio tra le intemperie della storia dell’uomo, verso il suo compimento, fino
alla seconda venuta del Signore, che l’Ascensione – come dice il CCC (n. 673) –, ha
reso “imminente”. Gesù nel Vangelo di oggi ripropone ai discepoli il senso di tutta
la Rivelazione: da ciò che nella Legge e nei profeti si riferisce a Lui, al mistero
della Pasqua, fino al compimento della “promessa del Padre”, il dono dello Spirito
Santo, che presuppone l’invio degli Apostoli a tutti gli uomini per annunciare la
conversione e il perdono dei peccati, per raccoglierli nella comunione della comunità
cristiana, offrendo loro la speranza di una vita beata, insieme a Cristo, nella gloria
del Padre.