Roma: celebrazione per invocare la liberazione dei due vescovi rapiti in Siria
"Seguendo l'esempio di mons. Yohanna Ibrahim e mons. Paul Yazigi e degli altri sacerdoti
sequestrati, i cristiani di Siria desiderano continuare il dialogo quotidiano con
i musulmani, vivere con loro, non emigrare per colpa della guerra e del dilagare dell'estremismo
islamico". È quanto afferma all'agenzia AsiaNews padre Mtanious Hadad, apocrisario
patriarcale di Gregorio III Laham, patriarca della Chiesa greco cattolico melchita.
Secondo il sacerdote "i cristiani di Siria non sono una Chiesa, o una minoranza da
difendere, essi sono un elemento costitutivo del popolo siriano, non hanno bisogno
della protezione degli Stati Uniti o dell'Europa". Per il 10 maggio, in serata, la
comunità greco-melchita di Roma ha organizzato una messa solenne per il rilascio di
mons. Yohanna Ibrahim e mons. Paul Yazigi, i due vescovi ortodossi rapiti lo scorso
22 aprile. Le celebrazioni si terranno alle 19.00 nella basilica di Santa Maria in
Cosmedin. Insieme a padre Hadad saranno presenti anche mons. Ilarion Capucci, vescovo
emerito di Gerusalemme per i melchiti e mons. Matteo Maria Zuppi, vescovo ausiliare
di Roma per il centro storico. Durante la messa saranno letti alcuni passi delle omelie
dei due vescovi ortodossi e un messaggio per la pace del patriarca Gregorio III. Il
sacerdote spiega che la celebrazione eucaristica serve non solo per pregare "per i
vescovi ancora nelle mani dei rapitori, come altre centinaia di persone, ma anche
per porre l'attenzione sulla tragedia del conflitto siriano ormai del tutto fuori
controllo". "Noi - afferma - abbiamo organizzato questa iniziativa per richiamare
la comunità internazionale e riflettere sugli effetti del conflitto siriano iniziato
con la teoria della Primavera araba, ma che ora ha condotto migliaia di combattenti
stranieri ad entrare nel nostro Paese e compiere atti indiscriminati che nulla hanno
a che fare con la nostra cultura. Quello che i siriani si chiedono è 'dove stiamo
andando?'". Secondo il sacerdote, mons. Yohanna Ibrahim, della Chiesa siro-ortodossa,
e mons. Paul Yazigi, vescovo greco-ortodosso, così come gli altri prelati rimasti
in Siria nonostante il rischio di violenze e sequestri, sono una testimonianza del
valore della presenza cristiana nel Paese. (R.P.)