Eurodeputati per un giorno: i giovani protagonisti in parlamento
"Rendere i giovani
protagonisti dei processi decisionali per farli sentire, a pieno titolo, cittadini
italiani e europei". Così, l'on. Roberta Angelilli, vicepresidente del Parlamento
Europeo, spiega lo scopo dell'iniziativa "La nuova generazione al Parlamento
Europeo", dell'Ufficio d'Informazione in Italia del PE, che - in occasione della
"Festa dell'Europa" - ha permesso ad alcuni giovani studenti di calarsi, per un giorno,
nei panni degli eurodeputati, discutendo una risoluzione sull'occupazione giovanile.
"Ragazze e ragazzi - spiega ancora l'on. Angelilli - sono quelli che rischiano
di pagare il prezzo più alto dell'attuale crisi economica. Ma non possiamo permettere
che guardino con pessimismo al futuro. Li dobbiamo coinvolgere e ascoltare le
loro opinioni, com'é accaduto in questa occasione". Tra i partecipanti a questo
progetto di simulazione dell'attività dell'assemblea legislativa dell'UE anche Giulia
e Marco, studenti dell'Istituto scolastico Cristo Re di Roma.
"Abbiamo lavorato a lungo già a scuola, preparandoci alla discussione - spiega
Giulia - e poi il 6 maggio ci siamo confrontati con altri studenti durante questa
simulazione dell'attività parlamentare. Lo scambio di idee diverse è stato molto arricchente".
"Abbiamo affrontato il nodo del sostegno alle imprese - aggiunge Marco - e ascoltare
le idee degli altri è stato un modo per formare meglio le nostre. In autunno andremo
a Strasburgo con il progetto "Euroscola" per incontrare anche altri studenti
europei e sarà ancora più interessante". "Molti considerano l'Ue un ente lontano -
aggiunge Marco - che non ci riguarda. Con questa esperienza abbiamo invece capito
che l'Ue lavora per noi. Certo, non ci può essere solo un'unione economica, bisogna
andare oltre. L'Europa deve diventare un'opportunità per noi giovani". "Perché l'Europa
sia davvero una speranza dobbiamo farci trovare pronti - conclude Giulia - per esempio
studiando le lingue. Per entrare a far parte di questa grande famiglia, anche dal
punto di vista lavorativo, dobbiamo infatti avere qualcosa che ci accomuna". (A
cura di Fabio Colagrande e Fausta Speranza)