Brasile: 3.a riunione della Commissione internazionale cattolico-anglicana
Si è concluso martedì, presso il Monastero di San Benedetto a Rio de Janeiro, il terzo
incontro dei membri della Commissione internazionale anglicana-cattolica della terza
fase di dialogo tra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana (Arcic III). La sessione,
iniziata il 29 aprile, è stata la prima ad essere ospitata in Brasile e in un Paese
dell’emisfero sud del mondo. Presieduta dall’arcivescovo cattolico di Birmingham Bernard
Longley e dal vescovo anglicano di Guilford Christopher Hill, la Commissione ha proseguito
la discussione avviata nel maggio di due anni fa su “La Chiesa come comunione, locale
e universale”, e su “Come, nella comunione, la Chiesa locale e universale giunge a
discernere il giusto insegnamento etico” in vista della pubblicazione di una nuova
dichiarazione comune. In particolare – riporta il comunicato conclusivo - i partecipanti
hanno analizzato le implicazioni teologiche e condiviso riflessioni sulla natura della
Chiesa e sulle strutture che contribuiscono al discernimento e determinano i processi
decisionali al suo interno. Una giornata è stata dedicata poi all’esame di studi preparati
dai membri su alcune questioni etiche e alla riflessione sul modo in cui le due Chiese
hanno presentato il loro magistero su queste materie. Inoltre, si è portata avanti
la preparazione dei documenti della precedente fase di dialogo, l’Arcic II, da presentare
alle rispettive Chiese. I membri della Commissione hanno esaminato le risposte ricevute
a ciascuna delle cinque dichiarazioni concordate e prepareranno le introduzioni a
ciascuna di esse per contestualizzarle nella situazione del cammino ecumenico sinora
percorso. L'Arcic III – lo ricordiamo - nasce dall'incontro a Roma tra Benedetto XVI
e l’allora Primate anglicano Rowan Williams nel 2006 quando, in una Dichiarazione
Comune, entrambi avevano espresso il desiderio di continuare il dialogo ecumenico
avviato nel 1970 con l’istituzione dell’Arcic I e proseguito, dal 1983, con l’Arcic
II, per superare le divisioni tra le due Chiese lasciate dallo scisma del XVI secolo.
Un processo che ha conosciuto alti e bassi: rispetto ai promettenti progressi compiuti
dopo il Concilio, con la pubblicazione dei tre documenti sull’Eucaristia (1971),
sull’Ufficio e l’Ordinazione (1973), sull’autorità della Chiesa (1976-1981), in questi
ultimi anni il dialogo cattolico-anglicano ha segnato il passo. Dal punto di vista
teologico le due Chiese si sono allontanate molto da quando, nel 1994, la Chiesa d’Inghilterra
ha dato il via all’ordinazione sacerdotale delle donne. Una distanza che si è ulteriormente
allargata con l’apertura da parte della Chiesa d’Inghilterra all’ordinazione episcopale
femminile nel 2008. Questo non ha impedito, peraltro, la pubblicazione nel 2005 di
un altro importante documento comune su “Maria: Grazia e Speranza in Cristo”. Un’altra
questione che ha lasciato un segno profondo nei rapporti tra le due comunità è la
complessa crisi all’interno della stessa Comunione anglicana aperta dall’ordinazione,
nel 2003, di un pastore dichiaratamente omosessuale a vescovo negli Stati Uniti e
dal riconoscimento delle unioni omosessuali. Decisioni che, come è noto, hanno creato
forti dissensi nel mondo anglicano sottolineando ulteriormente la profonda distanza
in materia di teologia morale tra Canterbury e Roma. La pubblicazione nel 2009 della
Costituzione apostolica di Benedetto XVI “Anglicanorum Coetibus” che predispone l'accoglienza
degli anglicani che hanno deciso di abbandonare la Comunione anglicana per convertirsi
al cattolicesimo e la conseguente erezione di tre Ordinariati personali in Inghilterra,
Stati Uniti e Australia, ha aperto un nuovo capitolo nei rapporti tra le due Chiese.
(A cura di Lisa Zengarini)