2013-05-09 08:31:09

Brasile: 3.a riunione della Commissione internazionale cattolico-anglicana


Si è concluso martedì, presso il Monastero di San Benedetto a Rio de Janeiro, il terzo incontro dei membri della Commissione internazionale anglicana-cattolica della terza fase di dialogo tra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana (Arcic III). La sessione, iniziata il 29 aprile, è stata la prima ad essere ospitata in Brasile e in un Paese dell’emisfero sud del mondo. Presieduta dall’arcivescovo cattolico di Birmingham Bernard Longley e dal vescovo anglicano di Guilford Christopher Hill, la Commissione ha proseguito la discussione avviata nel maggio di due anni fa su “La Chiesa come comunione, locale e universale”, e su “Come, nella comunione, la Chiesa locale e universale giunge a discernere il giusto insegnamento etico” in vista della pubblicazione di una nuova dichiarazione comune. In particolare – riporta il comunicato conclusivo - i partecipanti hanno analizzato le implicazioni teologiche e condiviso riflessioni sulla natura della Chiesa e sulle strutture che contribuiscono al discernimento e determinano i processi decisionali al suo interno. Una giornata è stata dedicata poi all’esame di studi preparati dai membri su alcune questioni etiche e alla riflessione sul modo in cui le due Chiese hanno presentato il loro magistero su queste materie. Inoltre, si è portata avanti la preparazione dei documenti della precedente fase di dialogo, l’Arcic II, da presentare alle rispettive Chiese. I membri della Commissione hanno esaminato le risposte ricevute a ciascuna delle cinque dichiarazioni concordate e prepareranno le introduzioni a ciascuna di esse per contestualizzarle nella situazione del cammino ecumenico sinora percorso. L'Arcic III – lo ricordiamo - nasce dall'incontro a Roma tra Benedetto XVI e l’allora Primate anglicano Rowan Williams nel 2006 quando, in una Dichiarazione Comune, entrambi avevano espresso il desiderio di continuare il dialogo ecumenico avviato nel 1970 con l’istituzione dell’Arcic I e proseguito, dal 1983, con l’Arcic II, per superare le divisioni tra le due Chiese lasciate dallo scisma del XVI secolo. Un processo che ha conosciuto alti e bassi: rispetto ai promettenti progressi compiuti dopo il Concilio, con la pubblicazione dei tre documenti sull’Eucaristia (1971), sull’Ufficio e l’Ordinazione (1973), sull’autorità della Chiesa (1976-1981), in questi ultimi anni il dialogo cattolico-anglicano ha segnato il passo. Dal punto di vista teologico le due Chiese si sono allontanate molto da quando, nel 1994, la Chiesa d’Inghilterra ha dato il via all’ordinazione sacerdotale delle donne. Una distanza che si è ulteriormente allargata con l’apertura da parte della Chiesa d’Inghilterra all’ordinazione episcopale femminile nel 2008. Questo non ha impedito, peraltro, la pubblicazione nel 2005 di un altro importante documento comune su “Maria: Grazia e Speranza in Cristo”. Un’altra questione che ha lasciato un segno profondo nei rapporti tra le due comunità è la complessa crisi all’interno della stessa Comunione anglicana aperta dall’ordinazione, nel 2003, di un pastore dichiaratamente omosessuale a vescovo negli Stati Uniti e dal riconoscimento delle unioni omosessuali. Decisioni che, come è noto, hanno creato forti dissensi nel mondo anglicano sottolineando ulteriormente la profonda distanza in materia di teologia morale tra Canterbury e Roma. La pubblicazione nel 2009 della Costituzione apostolica di Benedetto XVI “Anglicanorum Coetibus” che predispone l'accoglienza degli anglicani che hanno deciso di abbandonare la Comunione anglicana per convertirsi al cattolicesimo e la conseguente erezione di tre Ordinariati personali in Inghilterra, Stati Uniti e Australia, ha aperto un nuovo capitolo nei rapporti tra le due Chiese. (A cura di Lisa Zengarini)







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