Madri nel mondo: per "Save the Children" la Finlandia il miglior Paese
La Finlandia è il miglior Paese al mondo per madri e figli, la Repubblica Democratica
del Congo il peggiore. L’Italia al 17° posto, gli Usa al 30°. Sono alcuni dati che
emerrgono dal 14° Rapporto di “Save the Children” sullo “Stato delle madri nel mondo”,
che ha analizzato le condizioni di mamme e bambini in 176 Paesi: nelle nazioni in
fondo alla classifica, in media una donna su 30 muore per cause legate alla gravidanza
o al parto. Nel mondo ogni anno 1 milione di neonati muore nel suo primo giorno di
vita. I dati del Rapporto - ripreso dall'agenzia Sir - mettono in evidenza le enormi
disparità tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo. La quasi totalità
delle morti di neonati e delle loro mamme (rispettivamente il 98 e il 99%) si verifica
nei Paesi in via di sviluppo dove è fatale la mancanza di servizi sanitari di base
e di assistenza prima, durante e dopo il parto. Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto
di “Save the Children”, rivela che le condizioni di salute delle mamme e dei bambini
raggiungono livelli alti (il tasso di mortalità femminile per cause legate a gravidanze
e parto è pari a 1 ogni 20.300, quello di mortalità infantile è di 3,7 ogni 1.000
nati vivi), come abbastanza alto è il livello di istruzione delle donne, pari a 16
anni di formazione scolastica. Salta all’occhio nel Rapporto il 30° posto occupato
nella classifica generale dagli Usa per lo stato di benessere delle mamme e dei loro
figli. Tra i Paesi industrializzati, gli Stati Uniti addirittura guidano la triste
classifica per mortalità dei neonati: ogni anno più di 11.000 bambini americani muoiono
durante il loro primo giorno di vita. Nonostante le condizioni dell’istruzione ed
economiche siano soddisfacenti, collocandosi tra i 10 migliori Paesi, altrettanto
non emerge per quanto riguarda la salute delle madri, del benessere dei bambini (rispettivamente
al 46° e al 41° posto) e per la partecipazione politica (89°). “Il Rapporto conferma
che i bambini nati da madri che vivono in condizioni di estrema povertà hanno il più
basso tasso di sopravvivenza - sottolinea Valerio Neri, direttore generale di 'Save
the Children’ -. Alla base del problema c’è la persistente differenza tra la salute
nei Paesi più ricchi e in quelli più poveri. Molte vite potrebbero essere salvate
se i servizi sanitari di base raggiungessero le famiglie più povere dei paesi in via
di sviluppo. Ma i fondi, pubblici e privati, per progetti specifici non sempre incontrano
le necessità e spesso sono insufficienti rispetto all’entità del problema”. Per Neri,
“è evidente che dove le madri sono più forti dal punto di vista fisico, finanziario
e sociale, i figli hanno più probabilità di sopravvivenza”. (R.P.)