Ancora un attentato in Pakistan a tre giorni dalle elezioni politiche
Due morti e 27 feriti in Pakistan per l’attentato kamikaze avvenuto nel nordovest
del Paese. Oltre 40 persone sono morte nelle ultime ore in vari attentati contro candidati
politici nei distretti tribali pashtun lungo il confine con l'Afghanistan.
Anche uno dei leader favoriti alle prossime elezioni, l'ex campione di cricket Imran
Khan, è in un letto d’ospedale fuori pericolo di vita ma immobilizzato dopo una caduta,
martedì scorso, dal palco per un comizio a Lahore. Dell’importanza del voto di sabato
per rinnovare l'Assemblea legislativa nazionale e i quattro parlamenti provinciali,
Fausta Speranza ha parlato con Francesca Maria Corrao, esperta di lingua
e Paesi arabi:
R. – La democrazia
come la intendiamo noi, non è quella che si sta formando, che si sta costruendo in
Pakistan. Il fatto, però, che esistano tante organizzazioni politiche diverse e che
comunque la gente partecipi attivamente dimostra che c’è una consapevolezza e una
crescita importante, che c’è conoscenza dei fatti criminosi, una condanna, e ciò dimostra
che questa società non demorde, vuole continuare a battersi per la democrazia. E’
una battaglia difficile, ma va sostenuta. I temi della libertà, della dignità della
persona, del rispetto della vita sono quelli che vanno sostenuti e difesi. I partiti
laici, in questo momento, si battono principalmente per questo.
D. – Quali
speranze avere per il Paese?
R. – Il fatto che la gente resista a questi attentati,
non si perda d’animo e continui a sostenere i partiti, come quello del Movimento della
giustizia, ma anche il partito pakistano della Muslim League, quello di Nawaz Sharif,
decisi a non farsi spaventare da quello che è l’attacco dei talebani o degli altri
movimenti islamici. I talebani, infatti, all’inizio avevano detto di avversare soltanto
i movimenti politici laici, mentre invece viene fuori in maniera evidente che qualsiasi
altro partito politico avverso alla loro linea ideologica per loro è un nemico e va
combattuto anche con armi molto pesanti.
D. – Proprio in due parole, un flash
sui tre partiti principali...
R. – Ovviamente, c’è quello famoso, popolare,
della famiglia Bhutto, che è in crisi perché hanno sulle spalle gli effetti di una
crisi economica, che ha portato tanta disoccupazione, tanto malcontento e tanta corruzione,
ma è anche uno dei grandi partiti storici. Ci sono poi i due partiti della Lega dei
Musulmani: quella di Nawaz Sharif, di cui parlavo prima, che è guidato dall’ex primo
ministro, e il partito del Movimento della Giustizia, guidato dal giocatore di cricket,
che cresce in popolarità, soprattutto perché si batte contro la corruzione. Ci sono
poi altri partiti, come quello di Awani, nazionale, fondato nel ’75, importante perché
è un partito ghandiano, non violento. Ricordiamo anche che di questo partito, che
è laico e che si è spaccato nel 1986, negli ultimi anni sono stati uccisi 750 militanti
dai talebani. Questi sono i partiti più grandi. Poi c’è il Tarek-e-Taliban,che
si fa promotore di una linea dura molto radicale ed estremamente intollerante.