Mons. Eterovic: i giovani sono protagonisti della nuova evangelizzazione
I giovani, seminaristi e laici destinatari e promotori della nuova evangelizzazione,
alla luce delle linee del Sinodo che su questo tema si è svolto nell’ottobre scorso.
Questo il tema al centro della Giornata di Studio organizzata ieri all’Università
Lateranense dall’Istituto Pastorale "Redemptoris hominis". Ad aprire i lavori, mons.
Nicola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei Vescovi. Gabriella Ceraso
gli ha chiesto quali effetti sta avendo il messaggio che dall’assise sinodale è giunto
nelle Chiese particolari:
R. – Si può
parlare di un rinnovamento della pastorale ordinaria, secondo un nuovo entusiasmo,
nuovi metodi, nuove espressioni, e di una maggiore attenzione verso le persone, che
si sono allontanate, battezzate ma insufficientemente catechizzate. Anche il Santo
Padre Francesco parla di andare verso le periferie per incontrare queste persone.
Si parla, dunque, di missione continentale, di missione cittadina - soprattutto nei
momenti forti dell’anno liturgico – di missione popolare, che bisogna riprendere.
D. – Il Papa ha usato il termine “evangelizzazione” sin dall’inizio e ha anche
sottolineato il fatto che la Chiesa debba scendere a conquistare le persone, scendere
tra la gente. Questo nuovo slancio vi ha aiutato?
R. – Senz’altro, perché Gesù
Cristo è vivo in mezzo a noi, ci dà il suo Spirito Santo, e noi dobbiamo vivere questa
realtà e trasmetterla agli altri in modo accessibile e comprensibile. Gesù Cristo
è sempre attuale, soprattutto per il nostro uomo contemporaneo, che cerca la verità,
la giustizia e la pace e la può trovare solo in Gesù Cristo.
D. – Nel documento
finale del Sinodo si parlava di famiglia e parrocchia come luoghi cardine per l’evangelizzazione,
ma anche dell’importanza dei giovani, che non vanno scoraggiati, non vanno mortificati
nel loro entusiasmo. Questo è anche un tema delle parole di Papa Francesco, no? “Non
perdete la speranza, puntate in alto”: questo ha portato nuova linfa?
R. –
Senz’altro, perché i giovani sono la speranza della Chiesa e del mondo, che purtroppo
oggi è un po’ in crisi, perché tanti genitori, non conoscono sufficientemente la fede
e non possono trasmettere ai figli il contenuto. In questo caso, è la comunità tutta
insieme che deve aiutare questi genitori: le parrocchie, i movimenti e le tante iniziative
delle Chiese particolari. Anche il grande catecheta, il Santo Padre Francesco, si
mette su questa strada. I giovani, però, sono non solo oggetto, ma anche soggetto
della nuova evangelizzazione. Spesso, noi abbiamo esperienze molto belle: i giovani,
preparandosi ad esempio al Sacramento della Prima Comunione, a volte avvicinano a
Gesù anche i loro genitori che per vari motivi si erano allontanati.
D. – Con
questa giornata, quale nuovo tassello si vuole inserire nel contesto?
R. –
Questa giornata s’inserisce nel processo di riflessione sul tema del Sinodo “La nuova
evangelizzazione per la trasmissione della fede” aperta ai giovani, che stanno studiando
e preparandosi per essere nuovi evangelizzatori. E’ importante, dunque, specificare
che cosa intendiamo per nuova evangelizzazione. Questi giovani, poi, devono anche
annunciare ciò che vivono negli ambienti dove diventeranno evangelizzatori, visto
che non ci sono solo seminaristi, sacerdoti, ma anche laici. E’ importante anche la
testimonianza dei laici, negli ambienti dove vivono, a cominciare dalla famiglia,
dalla parrocchia, dalle Associazioni, dai Movimenti e così via.
D. – Rispetto
a quelle che erano le intenzioni del Sinodo, quali sono – se emerse in questo lasso
di tempo – le problematicità?
R. – Abbiamo recepito che il tema è molto attuale
e riguarda tutta la Chiesa, anche se in modo particolare i Paesi più secolarizzati.
Nel nostro mondo globalizzato, però, il tema riguarda anche Paesi di prima evangelizzazione:
in tanti anche lì si sono allontanati dalla Chiesa. Ci sono alcune barriere, anche
culturali, che dobbiamo superare, ma c’è molta apertura, molto desiderio di essere
testimoni di Gesù Cristo, non tanto con le parole, quanto con l’esempio della vita.