Card. Ruini: il cristianesimo è religione di libertà, ragione e amore
“Dio può essere conosciuto, per alcuni aspetti, anche dalla nostra ragione e in questa
misura è accessibile ai non credenti in Cristo. La piena conoscenza di Lui si ha però
solo accogliendo nella fede il suo manifestarsi a noi nella storia di Israele e soprattutto
in Gesù di Nazareth”. Così lunedì pomeriggio a Roma, nel tempio di Adriano, il card.
Camillo Ruini - riferisce l'agenzia Sir - ha aperto la sua lectio magistralis sul
tema “Quale ruolo della fede in Dio nello spazio pubblico?” tenuta in occasione della
lettura annuale della Fondazione Magna Carta. Il rapporto con Dio, ha proseguito,
“non è più legato ad aspetti etnici e giuridici”, bensì “è aperto a ogni persona,
sulla base della libera scelta personale della fede e della conversione”. La libertà,
così, diventa “fattore centrale nel rapporto tra Dio e noi”, e il cristianesimo può
dirsi “religione della libertà, oltre che religione della ragione e, soprattutto,
dell’amore”. In tale contesto, la “rilevanza pubblica” della fede in Dio “non viene
affatto negata” ma “passa attraverso la libertà delle persone”: per i primi tre secoli
della sua storia, in modo particolare, il cristianesimo ha “effettivamente mantenuto
e testimoniato”, soprattutto “attraverso il martirio”, l’affermazione “sia della libertà
della fede sia del suo carattere pubblico”. Se il Concilio Vaticano II ha fatto propria
la “centralità del soggetto umano”, mostrandone la “radice cristiana” e la “infondatezza
della contrapposizione tra centralità dell’uomo e centralità di Dio”, appare ancora
attuale la polemica sulle “grandi problematiche etiche ed antropologiche”. Oggi, ha
detto il cardinale, “prima che di assicurare dei limiti e degli argini”, si tratta
di “trovare delle ragioni di vita”, e questa è la “missione più propria del cristianesimo:
esso ci dice innanzitutto non 'come’ vivere ma 'perché’ vivere, perché scegliere la
vita, perché gioirne e perché trasmetterla”. In una simile prospettiva, l’ “eccezione
italiana” può “rappresentare una indicazione positiva” perché la società europea superi
la “strana tendenza” per la quale “sembra compiacersi di prosciugare le energie vitali
e morali di cui si nutrono le persone, le famiglie, i popoli”. Il cristianesimo è
religione del “logos”, della “libertà”, dell’ “amore e della persona come essere in
relazione”: sono questi i “contenuti essenziali da salvaguardare”, che “aprono al
futuro”. Se nel Medioevo si ebbe “una prevalenza unilaterale della verità sulla libertà”,
nel nostro tempo la libertà prevale “sulla verità del nostro essere: tenere distinti
questi due piani, della libertà e della verità, ma anche cercare sempre di nuovo una
loro possibile sintesi”, ha concluso il card. Ruini, è la “difficile impresa” del
tempo in cui viviamo. (R.P.)