Otto per mille alla Chiesa cattolica. Calabresi: sostegno a sacerdoti, beni culturali
e carità
Ogni firma per destinare l’8 per mille alla Chiesa cattolica è un gesto di partecipazione
concreta alla vita di tutta la Chiesa. E’ quanto si afferma nel comunicato del Servizio
per la promozione del sostegno economico alla Chiesa diffuso in occasione, domenica,
della Giornata nazionale di sensibilizzazione dell’8 per mille alla Chiesa cattolica.
Debora Donnini ha intervistato Matteo Calabresi, responsabile dello
stesso Servizio di promozione:
R. - C’è una
legge che specifica le finalità per l’utilizzo dei fondi che la Chiesa cattolica riceve.
Le voci sono sostanzialmente tre: culto e pastorale, dentro cui c’è una serie di voci
come il restauro dei beni culturali ecclesiastici, che sappiamo essere oltre il 50
percento del patrimonio nazionale artistico, quindi una cosa molto rilevante. Poi
all’interno di culto e pastorale troviamo la voce “edilizia di culto”, dove culto
vuol dire nuove parrocchie soprattutto in quelle periferie dimenticate delle nostre
grandi città, dove spesso capita anche a me di viaggiare e dove l’unico servizio è
quello della parrocchia. Poi c’è la voce “carità”, che include tutta le attività che
svolgono le Caritas diocesane in Italia, ma anche, all’estero, con i fondi di carità
che vanno nei Paesi in via di sviluppo. La terza ed ultima voce è “il sostentamento
del clero”, quel sostentamento necessario di cui i sacerdoti hanno bisogno per svolgere
la missione di annunciare il Vangelo a tempo pieno. Queste sono le tre voci principali.
D.
- I fondi dell’otto per mille vengono destinati anche a progetti di aiuto ai poveri...
R.
- All’interno della macrovoce carità, ci sono tantissime attività che vanno dall’aiuto
alle ragazze madri al recupero dei tossicodipendenti, alle mense, all’aiuto dei bambini
abbandonati... Questo, sia in Italia che all’estero. Le attività sono innumerevoli.
Ad esempio, c’è anche il progetto Policoro, che nel Sud Italia aiuta i giovani a costruirsi
un lavoro, sostenendo queste piccole cooperative sociali nella creazione di lavoro.
C’è un supporto importante da parte dell’otto per mille e proviene spesso dai fondi
"culto e pastorale" e altre volte da quello "carità". Le attività sono tantissime.
Abbiamo un nostro sito, visibile sul sito ottopermille.it, dove c’è una mappa navigabile
dell’Italia, interattiva, in modo da poter mostrare proprio a livello di territorio,
di comune, di parrocchia, dove sono arrivati i fondi, per che cosa, e l’ammontare
dei vari finanziamenti o elargizioni.
D. - Ci sono anche degli aiuti per i
Paesi in via di sviluppo…
R. - All’interno della voce carità. Una parte di
questi aiuti vanno all’estero, ovviamente verso quei Paesi in via di sviluppo e che
sono più in difficoltà. Tanto per fare un esempio, quest’anno la parte estera della
campagna si è svolta in Etiopia. Siamo andati vicino ad Addis Abeba, dove c’è un ospedale
nella località di Wolisso. Si tratta di una struttura meravigliosa che è praticamente
il riferimento di tutta la zona - compresa la capitale Addis Abeba - dove ci sono
dei medici italiani che svolgono la loro attività all’interno del Cuamm, quindi medici
per l’Africa, un’organizzazione italiana. Qui i fondi otto per mille hanno dato un
grande aiuto per la costruzione di questo ospedale. È importante ricordare che l’otto
per mille è una firma che non costa nulla. La firma di un imprenditore vale tanto
quella di un pensionato; non dipende dal proprio reddito. Quindi è importante ogni
anno confermare la propria scelta consapevole. È tutto pubblico, è tutto on line,
assolutamente documentabile, sia nel rendiconto che viene pubblicato nei maggiori
giornali italiani, sia attraverso quel sito interattivo di cui parlavo prima, ottopermille.it.
Quindi è una firma che non costa nulla, è gratuita, si può fare del bene, però va
fatto ogni anno. È una conferma che sottolinea la democraticità di questo meccanismo:
ogni anno la popolazione italiana può decidere a chi destinare i fondi.