Il Papa ai vescovi del Piemonte: mostrate la misericordia di Dio alle famiglie in
difficoltà
Ieri mattina il Papa ha ricevuto i vescovi della Conferenza episcopale del Piemonte,
in visita “ad Limina”. I presuli erano guidati da mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo
di Torino. Sergio Centofanti lo ha intervistato:
R. – E’ stato
un incontro sereno, costruttivo, direi di un padre con i suoi figli, per conoscere
un po’ la situazione della nostra Regione, a partire dai problemi ma anche dalle prospettive
positive che ci sono. Un incontro ricco di umanità, di fraternità in cui il Papa ci
ha ascoltati, ha dialogato con ciascuno di noi, insieme, affrontando diverse problematiche.
In particolare, ci ha dato speranza, ci ha incoraggiati a seguire con affetto e amore
i sacerdoti - il problema delle vocazioni è un problema sempre molto acuto, anche
da noi - soprattutto i sacerdoti anziani e malati, mostrando la nostra paternità,
la nostra vicinanza, e quelli più giovani che si trovano ad affrontare una situazione
a volte un po’ complessa e difficile, nel passaggio dal Seminario alla loro vita.
Poi, il problema delle famiglie, che gli stanno molto a cuore: tutte le famiglie,
quelle che stanno abbastanza bene dal punto di vista spirituale o sociale, ma soprattutto
quelle in difficoltà, sia sul piano morale sia anche sul piano sociale. Abbiamo notato
quanta eco ed attenzione ha verso la famiglia e come sia vicino a queste situazioni,
e ci invita ad essere, anche lì, padri e amici di ogni famiglia, accogliendo, cercando
di dare risposte anche appropriate ai bisogni che la famiglia ha. E poi, certamente
il problema dei giovani, che è anche la sfida più grande della Chiesa, su cui però
dobbiamo poter contare con speranza, con fiducia, spronandoli a uscire da se stessi,
ad essere protagonisti anche negli ambienti di vita – università, scuola … a dare
molta fiducia ai giovani …
D. – Il Papa vi ha parlato anche della crisi attuale,
della povertà …
R. – Sì. Abbiamo parlato di questo, anche perché è una questione
che ci sta molto a cuore: il Piemonte soffre moltissimo, in questo momento. Abbiamo
tanti disoccupati, abbiamo situazioni anche molto dure dal punto di vista dei nuovi
poveri. Lui si è mostrato molto sensibile: ci ha invitato a fare della nostra Chiesa
un esempio anche sotto questo profilo perché ha ricordato anche i nostri Santi, giustamente,
i cosiddetti santi sociali – don Bosco, il Murialdo, il Cottolengo – che hanno dato
grande impulso anche all’impegno dei cristiani nell’ambito della società, soprattutto
per aiutare chi soffre, chi è più povero, chi è ultimo ad avere la dignità, ad avere
la giustizia e la solidarietà di cui ha bisogno. Insomma, è stato un incontro veramente
molto ricco di tanti spunti che adesso noi, come Conferenza episcopale, riprenderemo
perché vogliamo veramente dare un’adeguata risposta a queste indicazioni e a questi
suggerimenti che ci ha dato il Papa. Quindi, lo ringraziamo sentitamente e speriamo
che venga anche a trovarci: l’abbiamo anche invitato! Credo che tutte le Conferenze
avranno fatto così, però il Piemonte, forse, può darsi che sia una Regione che gli
sia cara in quanto richiama un po’ anche la sua famiglia: ci sono diversi parenti
del Papa anche a Torino … Ma al di là di questo, è stato un momento ricchissimo che
ci ha dato tanta gioia e tanta speranza nel cuore.
D. – Cosa l’ha colpita in
particolare di questo incontro?
R. – Mi ha colpito molto la semplicità e il
tratto familiare, però, nello stesso tempo, l’acutezza e la profondità delle cose
che il Papa ci ha detto. Soprattutto, ci ha affidato questo grande impegno di essere
verso i sacerdoti, verso le nostre comunità, padri, vescovi e amici nello stesso tempo,
sull’esempio di Gesù Cristo e sull’esempio dei nostri santi, per mostrare ogni giorno
quanto la misericordia, l’amore di Gesù, il cuore del Signore, veramente, sia vicino
alla nostra gente.