Tanzania: due morti nell'attentato contro una chiesa cattolica. Il nunzio: "Siamo
sotto choc"
Sei persone, tra cui quattro di nazionalità saudita, sono state arrestate nell'ambito
delle indagini sull'esplosione avvenuta domenica mattina in una chiesa di Arusha,
nel nord della Tanzania. Intanto, il bilancio delle vittime dell'attentato è salito
a due, secondo il governatore della provincia, Magesa Mulongo, con una decina di persone
ferite. Da parte sua, il presidente della Tanzania, Jakaya Kikwete, ha definito l'attacco
''un atto terroristico''. La deflagrazione, causata da un ordigno, è avvenuta durante
l’inaugurazione di una parrocchia alla presenza del nunzio apostolico nel Paese mons.
Francisco Padilla, rimasto illeso. Paolo Ondarza lo ha raggiunto telefonicamente:
R. - Nessuno
se lo aspettava. In città al mio arrivo per la visita pastorale ero stato accolto
molto bene. Siamo arrivati alle 10 per l’inaugurazione della parrocchia. Quando abbiamo
iniziato la benedizione fuori dalla chiesa, prima di entrare dentro, ho sentito un’esplosione,
poi ho visto corpi di gente ferita per terra. Ero sotto choc e la polizia mi hanno
subito portato in un posto sicuro.
D. – Che spiegazione viene data a quanto
accaduto?
R. – Tutti sono sotto choc. Nessuno si aspettava tutto ciò. I miei
sentimenti e le mie preghiere vanno in questo momento alle vittime. Sono molto addolorato
per loro, vittime innocenti presenti alla celebrazione.
D. - Verso quale ipotesi
si stanno orientando gli inquirenti, le indagini?
R. – Non si sa. Ora sono
alloggiato presso la casa del vescovo, Il governo locale mi ha già espresso il suo
rammarico assicurandomi il massimo impegno nelle indagini. Stanno facendo tutto perché
non si ripetano fatti del genere nel futuro.
D. – Sorprende un atto del genere
in una chiesa cattolica in Tanzania. Non ci si aspettava niente del genere?
R.
– No, questa è la prima volta. In Kenya sono già accadute cose simili, ma non in
Tanzania. E’ la prima volta di una bomba esplosa durante una celebrazione liturgica.
D. – Cosa si sente di dire? Quale il suo messaggio in questo momento così
difficile?
R. – Da parte mia, come rappresentante del Papa io esprimo piena
solidarietà alla Chiesa di Arusha e anche alle altre chiese cattoliche nel Paese che
nel passato hanno vissuto momenti drammatici: ad esempio a Zanzibar un sacerdote
è stato ucciso e alcune chiese cristiane sono state incendiate. Io prego per le vittime
e le loro famiglie. Speriamo bene.