Nigeria. Il card. Onaiyekan: chi uccide in nome di Dio non conosce Dio
Chi uccide in nome di Dio non conosce Dio: è il forte monito lanciato recentemente
dal card. John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, in Nigeria, nel corso della Santa
Messa per il suo 30.mo anniversario di ordinazione episcopale, celebrata nella cattedrale
della città. “Giustizia e pace vanno sempre insieme – ha ribadito il porporato – e
nessuno può essere un buon governante senza giustizia, uguaglianza ed attenzione per
i bisognosi”. Di qui, il richiamo forte al fatto che “coloro che usano la religione
per dividere la popolazione o che uccidono in nome della fede non sono discepoli di
Dio”. Allo stesso modo, ha continuato il card. Onaiyekan, “se la religione implica
l’escludere gli altri e guardarli con arroganza, allora si corre il rischio di smarrire
la strada che conduce a Dio”. Quindi, l’arcivescovo di Abuja ha espresso il suo rammarico
per il fatto che l’immagine della nazione sia stata macchiata a causa del fanatismo,
dell’intolleranza religiosa e degli spargimenti di sangue: “Non dobbiamo permettere
che questo avvenga ancora – ha detto il porporato – Dobbiamo invece sforzarci di vivere
in pace nel nostro Paese, con le nostre differenze tra tribù, culture, tradizioni,
lingue e religioni”. In questo senso, “bisogna vedere il volto di Dio nel prossimo
e applicare la regola d’oro di fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi”.
Infine, il porporato ha concluso ricordando che “la vera religione deve essere aperta
a tutti, pacifica e contraria allo spargimento di sangue”. Alla celebrazione era presente
anche il presidente della Conferenza episcopale della Nigeria, l’arcivescovo Ignatius
Kaigama, il quale ha lanciato un appello ai leader religiosi, invitandoli a risolvere
i problemi di insicurezza e terrorismo nel Paese. Grande apprezzamento per il ruolo
della Chiesa nella società è stato, infine, espresso dal capo di Stato, Goodluck Jonathan,
anch’egli presente alla Santa Messa: “La Chiesa è al centro del processo di costruzione
della società; se essa forma la popolazione, la Nigeria diventerà sicuramente un Paese
migliore”. (I.P.)