Uruguay: nuovo appello dei vescovi per abrogare la legge sull'aborto
Nuovo appello della Conferenza episcopale dell’Uruguay (Ceu) contro la legge sull’aborto:
in un comunicato diffuso ieri, i presuli sono tornati a condannare la normativa che,
approvata nell’ottobre scorso con una ristretta maggioranza, prevede l’aborto fino
alla 12.ma settimana e in altri casi fino alla 14.ma, previa consultazione con una
commissione di medici, psicologi e assistenti sociali. L’interruzione volontaria di
gravidanza può essere, invece, direttamente autorizzata in caso di rischio grave per
la salute della madre, stupro o possibili malformazioni del nascituro. “La vita è
la priorità – scrive la Ceu – i diritti umani ed il diritto primario a vivere non
possono essere soggetti a maggioranze di circostanza del corpo legislativo o elettorale”.
Guardando poi all’iniziativa popolare che ha portato alla raccolta di oltre 68mila
firme per l’indizione di un referendum abrogativo di tale legge, la Ceu “incoraggia
le iniziative legittime che chiedono la cancellazione di questa normativa”. “I cittadini
dell’Uruguay – prosegue la nota – hanno ora l’opportunità di cambiare con il loro
voto il corso delle cose e dire sì alla vita dei bambini, così che potremo guardare
con speranza al nostro futuro come nazione”. Pur ribadendo, quindi, che “il diritto
alla vita non potrà mai essere oggetto di un referendum, dal momento che esso deriva
da Dio”, tuttavia, “di fronte a questa legge ingiusta e dato che la Costituzione prevede
che i cittadini possano manifestare la volontà di abrogarla”, i presuli esortano il
Paese a chiedere “l’indizione di un referendum sopra questa normativa che attualmente
consente il crimine dell’aborto”. (I.P.)