Messa del Papa in Piazza San Pietro per la Giornata delle Confraternite
Le “Giornate delle Confraternite e della Pietà popolare” radunano a Roma, da venerdì
a domani, più di cinquantamila confratelli provenienti dall’Italia e dal mondo in
rappresentanza di migliaia di sodalizi, di origine anche medievale. Momento culminante
del pellegrinaggio,
ideato dal Pontificio Consiglio per la promozione della
nuova evangelizzazione nell’ambito dell’Anno della Fede, sarà la Messa di oggi in
Piazza San Pietro presieduta da Papa Francesco. Fabio Colagrande ha intervistato
mons. Antonio Interguglielmi, direttore dell’ufficio per le aggregazioni laicali
e le confraternite della diocesi di Roma:
R. – Il pellegrinaggio
sta andando molto bene. Il significato che abbiamo voluto dargli è soprattutto quello
di un recupero delle Confraternite, come di una realtà ancora attuale: non solo folkloristica,
legata ai riti antichi, ma con una sua funzione ancora fondamentale dal punto di vista
spirituale e sociale.
D. – Qual è lo stato d’animo delle persone che arrivano
da diverse regioni italiane, anche da altri Paesi del mondo, per pregare sulla tomba
di Pietro, proprio alla vigilia dell’incontro con Papa Francesco?
R. – Io sono
qui, in questo momento, proprio davanti alla tomba di Pietro. Le persone stanno professando
la fede, e danno un’immagine di Chiesa viva: molto contenti, molto felici ma anche
presi da questa opportunità che viene loro data, di testimoniare la fede e di testimoniarla
non solo attraverso il culto ma anche attraverso i loro costumi storici, abiti che
dimostrano che non hanno paura di far vedere che sono cristiani. Questi abiti hanno
anche il valore di testimonianza.
D. – Molto spesso, l’aspetto folkloristico
sembra prevalente quando si parla di Confraternite; ma cosa c’è dietro questi costumi,
questi simboli, alle immagini sacre che vengono portate in processione?
R.
– E’ l’aspetto più esteriore e quindi è più facile soffermarsi su questo. In realtà,
dietro c’è un’attività di catechesi, un’attività spirituale, un’attività di formazione
cristiana all’interno della Confraternita ma, come dicevo prima, anche un’attività
sociale perché siamo in un momento in cui le persone sono molto sole: non parlano,
non comunicano se non in maniera virtuale. Le Confraternite, invece, danno la possibilità
di ritrovarsi tra persone, di dialogare, di scambiare esperienze ma anche di attivare
un aiuto concreto per tante famiglie. Vediamo in questo momento tante Confraternite
del Sud che stanno aiutando famiglie in difficoltà, persone sole, anziani abbandonati:
hanno una funzione bellissima, molto nascosta – il Signore, infatti, ci ha detto:
“Non sappia la destra cosa fa la sinistra” – ma non per questo meno importante, anzi.
D.
– Ho visto nei gruppi che venivano in pellegrinaggio una prevalenza di adulti e anziani;
ma ci sono anche giovani nelle Confraternite, mi sembra …
R. – Sì: in questo
momento proprio, io sto assistendo una Confraternita che arriva dal Sud, nella quale
sono in prevalenza giovani. E’ chiaro che, soprattutto nei piccoli centri dell’Italia
centro-meridionale, troviamo una tradizione che si tramanda di padre in figlio e quindi
persone adulte che trasmettono questo modo di manifestare la fede anche ai giovani.
D.
– Quindi, una realtà pastorale importante accanto a quella delle aggregazioni laicali
che la Chiesa vuole che si mantenga viva, che contribuisca alla nuova evangelizzazione
…
R. – E’ una realtà importante per la nuova evangelizzazione. Certo, deve
essere attualizzata, ovviamente, perché alcune attività che venivano svolte dalle
Confraternite nell’antichità, come seppellire i morti, non hanno più ragion d’essere;
deve essere attualizzata ma ha una funzione fondamentale proprio perché legata alla
tradizione e quindi è un collegamento tra ieri ed oggi.