Indonesia: a Giakarta, islamisti preparavano un attentato contro l'ambasciata birmana
I reparti speciali dell'antiterrorismo in Indonesia hanno arrestato due uomini, sospettati
di preparare un attentato contro l'ambasciata birmana a Jakarta. L'attacco pianificato
dai due, legati a frange estremiste islamiche, sarebbe una risposta alle recenti violenze
contro la minoranza musulmana in Myanmar, perpetrati da gruppi buddisti fondamentalisti
con l'avallo di una parte dell'ordine monastico. Il fermo è avvenuto nella tarda serata
di ieri: il 28enne Sefa Riano e il 21enne Achmad Taufiq sono stati intercettati a
bordo di una motocicletta, in una zona residenziale a sud della capitale, mentre trasportavano
cinque bombe artigianali pronte a esplodere. Il capo dei reparti speciali dell'antiterrorismo
ha spiegato che l'attacco era previsto per la giornata di oggi; obiettivo la rappresentanza
diplomatica del Myanmar (situata a West Jakarta), attorno alla quale sono state aumentate
le misure di sicurezza. Rafforzati i controlli anche nei pressi della residenza dell'ambasciatore
a Menteng (Central Jakarta), altro potenziale obiettivo dei gruppi islamisti. Dalle
prime ricostruzioni sembra che gli attentatori preparassero da qualche tempo l'attacco
contro le rappresentanze birmane in Indonesia; del resto è prassi comune per cellule
estremiste e singoli militanti colpire luoghi simbolo, in risposta a presunte violenze
contro musulmani o simboli religiosi islamici. Gli ordigni erano pronti a esplodere;
una fonte della polizia conferma il proposito di colpire "se non fossimo intervenuti
in tempo, le loro intenzioni erano molto chiare". Esperti collegano questo tentativo
di attacco all'ambasciata birmana all'appello lanciato nei giorni scorsi dal leader
radicale Abu Bakar Bashir, l'ispiratore della strage di Bali del 2002 che ha provocato
oltre 200 morti, che invita al jihad contro il Myanmar. Il leader islamico punta il
dito contro il governo di Naypyidaw, colpevole di "genocidio" nei confronti della
minoranza musulmana. Nei giorni scorsi le autorità birmane hanno proposto il controllo
delle nascite, per limitarne la crescita, mentre esercito e nazionalismo religioso
buddista sfruttano il clima di tensione (decine i morti negli ultimi mesi) per mettere
a rischio il processo di democratizzazione avviato dal presidente riformista Thein
Sein. (R.P.)