Il dopo elezioni in Venezuela: i vescovi denunciano la violenza politica e chiedono
il dialogo
Luis Badilla Morales, Radio Vaticana In
un nuovo appello, al popolo e alle istituzioni, i vescovi venezuelani dicono con chiarezza
che oggi solo un accordo tra le due parti, per un governo di unità nazionale, può
dare al Paese una prospettiva diversa, per mettere fine alla violenza e affrontare
i problemi economici e sociali. I presuli denunciano la repressione, le
minacce, i licenziamenti ingiustificati che colpiscono chi è contrario al "progetto
ufficiale". Parlano anche di "criminalizzazione della protesta pacifica" e chiedono
"un'informazione equilibrata e rispettosa della verità". La stampa europea,
e in parte quella del continente americano, non hanno compreso la gravità della situazione
in Venezuela. Occorrerebbe una presa di coscienza più forte da parte della comunità
internazionale, da parte dell'Ue e degli Usa, oltre che degli altri stati latino-americani. In
Venezuela cresce la tensione dopo le elezioni presidenziali dello scorso 14 aprile
che hanno dato la vittoria, per un pugno di voti, a Nicolas Maduro, considerato l'erede
di Chávez. L'opposizione ha impugnato i risultati delle urne davanti al Tribunale
supremo di giustizia di Caracas. Intanto non si placano le polemiche dopo la mega
rissa del 30 aprile in Parlamento tra deputati della maggioranza e dell'opposizione.
(Intervista a cura di Fabio Colagrande)