Londra. Card. Tauran: "Con l'islam non competitori ma pellegrini verso la verità"
“I credenti perché sanno che 'l’uomo non vive di solo pane’, sono coscienti che devono
dare un loro specifico contributo nella vita quotidiana e che lo devono fare insieme,
non come competitori, ma come pellegrini verso la verità”. Lo ha detto il cardinale
Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso,
intervenendo mercoledì sera a Londra al 3°incontro dei vescovi e delegati delle Conferenze
episcopali d’Europa per le relazioni con i musulmani che si concluderà domani. Promosso
dal Ccee, vescovi e delegati si stanno confrontando sullo stato del dialogo con l’islam
in Europa guardando soprattutto alle nuove generazioni di musulmani. Mercoledì sera
- riporta l'agenzia Sir - la Baronessa Sayeeda Hussain Warsi, ministro per la Fede
e le Comunità - Ufficio estero e Commonwealth, ha incontrato i partecipanti nel corso
di una cena informale. Intervenendo nella sessione di apertura, il card. Tauran ha
ricordato l’importanza, nel dialogo tra cristiani e musulmani, della visita di Benedetto
XVI in Libano, con l’incontro con i capi religiosi musulmani e la creazione del Centro
Inter-fede di Vienna “che potrà essere un nuovo canale da usare per denunciare la
violazione della libertà religiosa e nello stesso tempo incoraggiare e condividere
esperienze positive”. Nella sessione di apertura dei lavori è intervenuto anche l’arcivescovo
di Bordeaux, Jean-Pierre Ricard. “Il paesaggio internazionale - ha detto - è stato
ampliamente modificato a seguito delle 'Primavere arabe’ d’Egitto e di Tunisia, della
guerra in Libia, dell’esplosione siriana e le sue ripercussioni in tutto il Medio
Oriente”. Per il cardinale di Bordeaux, questi cambiamenti non sono “senza ripercussione
nelle opinioni pubbliche dei nostri Paesi europei”. In Europa, esistono varie forme
di dialogo interreligioso: il “dialogo della vita quotidiana”, quello “delle opere”
attraverso il quale si collabora in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, quello
dello scambio teologico e infine, il dialogo dell’esperienza religiosa “nel quale
persone radicate nella loro propria esperienza religiosa condividono le loro ricchezze
spirituali”. Nella relazione introduttiva don Andrea Pacini, segretario della commissione
per l’ecumenismo e il dialogo del Piemonte-Valle d’Aosta, ha detto che “dialogo e
annuncio sono entrambi legittimi e necessari. Sono intimamente legati ma non interscambiabili:
d’una parte il vero dialogo interreligioso suppone da parte del cristiano il desiderio
di fare conoscere e di amare sempre più Gesù Cristo; e dell’altra, l’annuncio di Gesù
Cristo deve essere fatto nello spirito evangelico del dialogo, senza aggressività
e senza disprezzo”. Insomma per Pacini, l’atteggiamento che sintetizza dialogo e annuncio
è la testimonianza. (R.P.) Ultimo aggiornamento: 3 maggio