India. Militanti islamici ai missionari cristiani: “Lasciate il Kashmir”
Nuove accuse e minacce di estremisti islamici contro i missionari cristiani in Kashmir,
dove la situazione sociale e religiosa resta esplosiva. Come riferiscono fonti dell'agenzia
Fides, il “Consiglio Unito del Jihad”, organizzazione che riunisce diversi movimenti
islamici del Kashmir, afferma che “i missionari cristiani in Kashmir hanno una agenda
segreta, sfruttano i poveri e le persone bisognose, offrendo loro aiuti economici
per convertirli al cristianesimo”. In una nota del portavoce, Syed Hussain Sadaqat,
il “Consiglio Unito del Jihad” definisce l’approccio dei missionari cristiani “fortemente
esecrabile”, rimarcando che “l'Islam è la religione di pace e di armonia, che protegge
le minoranze. Tuttavia, le attività anti-Islam non possono essere tollerate”. Per
questo, come già fatto in passato, il Consiglio invita a tutti i missionari cristiani
“ad abbandonare immediatamente la valle del Kashmir”, intimando: “In caso contrario,
ne subiranno le conseguenze”. Il Consiglio del Jihad lancia poi un appello alle altre
organizzazioni islamiche caritative per aiutare le famiglie povere in Kashmir. Le
accuse verso i missionari non sono nuove. Di recente alcuni mullah (leader islamici)
hanno accusato i volontari della “Casa Agape”, Centro sociale ed educativo gestito
da fedeli cristiani indiani a Srinagar, di “conversione di bambini”. Nel 2012 il Pastore
cristiano C.M. Khanna, arrestato a Srinagar e condannato da un tribunale islamico
per “conversioni forzate”, era stato poi assolto dall’Alta Corte dello stato di “Jammu
e Kashmir”. Il “Consiglio Unito del Jihad” è stato creato nel 1994 per unificare vari
gruppi di militanti islamici armati che combattono contro il governo indiano in Kashmir.
(R.P.)