2013-05-02 15:41:41

In Europa dibattito sulla crescita economica, tra rigore e sviluppo


Situazione economica al centro del dibattito europeo, soprattutto per i Paesi più in crisi. Il neopremier italiano, Enrico Letta, dopo Berlino, si è recato a Bruxelles per esporre le linee del suo governo. A Lisbona, invece, visita del presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy. Lavoro e sviluppo gli obiettivi che potrebbero sostituire la politica dei sacrifici, che negli ultimi mesi è stata adottata in Portogallo, Grecia, Spagna e Italia. Ma è possibile un cambiamento del genere? Giancarlo La Vella ne ha parlato con l’economista Francesco Carlà: RealAudioMP3

R. - Ormai è indispensabile, perché vediamo anche i numeri della Cina, che sta facendo registrare un rallentamento nella sua crescita economica e anche della Germania, dove cominciano ad avvertire questo genere di problemi. Quindi il terreno, lo scenario sembra più favorevole rispetto a quello di 18 mesi fa: il punto è che non mi sembra che in Europa ci siano idee molto chiare e soprattutto non mi pare che siano le medesime all’interno dei vari Paesi, anche perché ogni Paese d’Europa ha condizioni diverse e priorità differenti.

D. - Dire più lavoro vuol dire anche produrre beni richiesti dal mercato generale. Quindi a questo deve affiancarsi una sorta di revisione delle politiche industriali…

R. - Qui bisogna vedere: la creazione di nuovo lavoro: chi si pensa che la possa fare? Perché, naturalmente, le scuole di pensiero sono sempre molto divergenti: c’è chi pensa la possa fare la spesa pubblica; c’è chi pensa, invece, che la debba fare il mercato con la creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo industriale. Naturalmente poi se parliamo di Italia, la condizione di partenza è che il nuovo governo dovrebbe essere un po’ un mix, una sintesi tra questi punti di vista. L’altro aspetto è che ci sono delle iniziative che possono creare lavoro a breve e a medio termine, che sono più sul versante delle condizioni ottimali e attuali per il mercato, mentre, per esempio, maggiore ricerca e sviluppo e maggiori investimenti sull’educazione sembra possono ottenere questi medesimi risultati in un tempo più lungo. La domanda, poi, a questo punto è: l’Italia si può permettere un breve, un medio o un lungo termine?

D. - La politica enunciata dal premier Letta, nel suo primo discorso, può incontrare l’ostacolo della Germania, che sembra invece sempre molto legata alla logica dei sacrifici per i Paesi in crisi?

R. - La Germania ha le elezioni di settembre, che sono ovviamente per la Merkel assolutamente prioritarie e determinanti in questa fase, anche perché in Germania comincia a sentirsi vento di antieuropeismo, nonostante finora dall’Europa e dall’euro Berlino abbia avuto un guadagno nel miglioramento delle proprie condizioni economiche di vita sociale e finanziaria. Quello che penso che potrà essere lo scenario prevalente è un’idea di continuare a far scorrere parallelamente le due politiche quella del rigore, soprattutto nei Paesi mediterranei dell’Europa, ma, contemporaneamente, la possibilità di addivenire ad una maggiore crescita.







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