Francesco: "Disoccupazione è ingiustizia sociale causata da ricerca profitto egoista"
"La mancanza di
lavoro, che caratterizza la vita di moltissimi giovani, fa perdere la speranza e la
visione di futuro. Fa cadere nella rassegnazione, nella disperazione. L'impegno della
Chiesa è quello di promuovere una visione positiva del lavoro, inteso come partecipazione
all'azione creatrice di Dio - come ci ha ricordato il Papa - e non come "castigo".
Ma ci impegnamo anche affinché tanti giovani possano scoprire questa visione".
Mons. Angelo Casile, direttore dell'Ufficio Nazionale per i problemi sociali
e il lavoro della Conferenza episcopale italiana, commenta gli appelli di
Papa Francesco contro la disoccupazione e lo sfruttamento dei lavoratori. "Oggi dobbiamo
risorgere nella speranza. Annunciare il Vangelo del lavoro, della fiducia nel Signore.
Le nostre comunità devono rassicurare chi è senza lavoro con uno stile di compagnia
e prossimità altissimo,non solo con le belle parole. Lo sforzo maggiore dovrebbe essere
quello di rinsaldare le reti di solidarietà nelle famiglie e nelle comunità, nelle
città e in tutto il Paese. L'obiettivo è un cammino di sviluppo unitario che miri
soprattutto ad aiutare i più deboli". "Temo che la sfida lanciata da Papa Francesco,
con la condanna di "una concezione economicista della società che cerca il profitto
egoista", generatrice di disoccupazione, non sia facilmente digeribile dal nostro
contesto politico-sociale". Il commento è di Giuseppe Acocella, docente
di etica sociale e Rettore dell'Università S. Pio V. "Una politica economica
liberista improntata alle esigenze utilitaristiche non dà risposte al lavoro e questo
bisogna dirlo con chiarezza". "La solidarietà che il Papa richiama - spiega Acocella
- non è quella della generosità occasionale, ma quella di un sistema che cambia davvero
per essere giusto nei confronti di tutti i cittadini. Servirebbe una fiscalità che
vada incontro alle piccole imprese e non serva a drenare denari per esigenze di ceto".
(A cura di Fabio Colagrande)