Congo. Nord Kivu: i ribelli M23 lasciano i colloqui. Pace a rischio
I ribelli del Movimento del 23 marzo (M23) hanno sospeso la loro partecipazione ai
colloqui col governo di Kinshasa, avviati lo scorso dicembre nel vicino Uganda: una
decisione che sta alimentando nuovi timori di violenze nell’instabile provincia mineraria
del Nord Kivu (est). “Per noi dell’M23 c’è una rottura nei negoziati: non ha alcun
senso parlare di pace quando le Nazioni Unite hanno autorizzato il dispiegamento di
una brigata d’intervento che potrà attaccarci” ha detto da Kampala, sede del negoziato
mediato dai Paesi dei Grandi Laghi, Rene Abandi, alla guida della delegazione dei
ribelli. Rivolgendosi al governo del presidente Joseph Kabila, l’esponente della ribellione
ha auspicato che “l’esecutivo congolese possa capire che non è con una guerra che
si risolverà il conflitto nell’est”. Dalla loro apertura cinque mesi fa - riferisce
l'agenzia Misna - i colloqui di Kampala non hanno portato alla firma di un’intesa
tra le due parti e il loro andamento è stato molto altalenante. La situazione sul
terreno, tutt’ora instabile nonostante una ‘tregua’ nei combattimenti, è stata resa
ancora più incerta dalle recenti dichiarazioni dei leader dell’M23, sul piede di guerra
dopo che le Nazioni Unite hanno dato il via libera al dispiegamento di una “brigata
di intervento”. La brigata, costituita da militari inviati da Sudafrica, Malawi e
Tanzania, affiancherà la locale missione Onu (Monusco), il cui mandato è stato prorogato
di un anno, con la possibilità di effettuare “operazioni offensive mirate” contro
i ribelli attivi nell’est. Inoltre hanno alimentato ulteriori timori di una ripresa
delle ostilità informazioni in base alle quali circa 500 combattenti dell’M23, fuggiti
il mese scorso in Rwanda in rottura con la fazione che fa capo a Sultani Makenga,
sarebbero rientrati in Nord Kivu per rinfoltire i ranghi del movimento sul terreno.
Le notizie sono state formalmente smentite da Kigali che da mesi viene accusata dall’Onu
e da organizzazioni della società civile di sostenere militarmente ed economicamente
l’M23 assieme a Kampala. Di fatto la ribellione, nata nell’aprile 2012 sulla scia
del ‘Cndp’ di Laurent Nkunda, sta ancora controllando vaste zone del territorio di
Rutshuru dove ha creato una sua amministrazione locale e percepisce le varie tasse
ed imposte. L’emittente locale ‘Radio Okapi’ ha riferito ieri che l’M23 ha nominato
due nuovi amministratori nei territori di Nyiragongo e Rutshuru. “Denunciamo queste
nomine che rafforzano l’amministrazione parallela creata in Nord Kivu. Con atti del
genere si capisce che l’M23 è determinato a balcanizzare e destabilizzare la provincia,
ipotecando ogni tentativo di pacificazione” ha dichiarato il portavoce della società
civile del Nord Kivu, Omar Kavota. D’altra parte la stessa fonte di stampa ha confermato
che altri due ufficiali della ribellione si sono consegnati alle Forze armate regolari
(Fardc), denunciando “condizioni di vita sempre più difficili all’interno dell’M23”
a causa del mancato pagamento dello stipendio e di problemi di gestione. Dall’inizio
di aprile altri 87 ribelli hanno reso le armi alla Monusco. (R.P.)