Italia: fiducia al governo Letta. Le priorità: legge elettorale, riforme fiscali,
lavoro, Europa. Stop all’Imu a giugno
Lavoro, fisco e riforme della politica al centro del discorso programmatico del premier
Enrico Letta, che ha ottenuto ieri sera la fiducia della Camera. A favore Pd, Pdl
e Scelta civica; contrari Movimento 5 Stelle e Sel, astenuta la Lega. Questa mattina
il voto del Senato, dopo di che il Governo enterà nella pienezza dei poteri. Servizio
di Giampiero Guadagni:
E’ il lavoro
la priorità assoluta del nuovo Governo. Enrico Letta elenca le misure necessarie:
aiuti per chi assume, estensione degli ammortizzatori, reddito minimo per famiglie
bisognose, soluzione per la vicenda esodati. Il premier annuncia poi lo stop a giugno
dell’Imu sulla prima casa e il no all’aumento dell’Iva. Di solo risanamento si muore,
sottolinea Letta, che conferma la scelta europeista del suo governo ma all’Europa
chiede di allentare il patto di stabilità per sostenere la crescita. Per questo il
premier già stasera sarà a Berlino per incontrare la cancelliera tedesca Angela Merkel.
E giovedì a Bruxelles colloquio con il presidente della Commissione europea Barroso.
Altro pilastro del programma di governo la riforma della politica, con l’eliminazione
dello stipendio dei ministri che sono anche parlamentari, la revisione del sistema
di finanziamento dei partiti e una nuova legge elettorale. Letta rilancia poi la convenzione
per le riforme costituzionali. Tra 18 mesi la verifica: se si impantana tutto trarrò
le conseguenze, fa sapere Letta che chiede la collaborazione di tutti. Ma il Movimento
5 Stelle conferma una dura opposizione. Sostegno da Pd, Pdl e Scelta civica, anche
se in molti si chiedono dove saranno trovate le risorse necessarie.
Al centro
dell’attenzione della politica c’è naturalmente ancora il drammatico episodio degli
spari davanti a Palazzo Chigi. Resta ricoverato in prognosi riservata uno dei carabinieri
feriti, Giuseppe Giangrande: è vigile, ha tentato di parlare con la figlia, ma sono
confermate le lesioni alla colonna vertebrale. Sui fatti di Roma, Luca Collodi
ha chiesto un commento a mons. Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l’Italia,
che oggi celebrerà il funerale di Tiziano della Ratta, carabiniere morto negli scorsi
giorni in un conflitto a fuoco a Maddaloni:
R. – Dobbiamo
tutti avere una dimensione di profonda serenità, perché le cose dei nostri giorni
sono in una rapida trasformazione. Per cui nessuno può indulgere, direi, a un’etica
puramente individualistica: abbiamo tutti la nostra responsabilità nel creare una
mentalità di giustizia, di amore, che promuova e aiuti le istituzioni, pubbliche e
private. Avverto profondamente il desiderio di una grande mobilitazione interiore,
perché ci sia riconoscenza, sostegno delle realtà istituzionali. Le prescrizioni sociali
non sono contro la persona e la sua dignità e nessuno credo oggi possa trascurare
le norme essenziali della vita sociale. C’è una debolezza al riguardo. Gli strumenti
oggi a disposizione del genere umano, perché ci sia concordia, non mancano. Ma questo
individualismo, questa soggettività che a volte è più egoismo ed esclusione dell’altro,
non fa del bene a una convivenza umana serena e a una crescita della famiglia umana.
D. – Questo clima, eccellenza, ha ricadute anche su chi è in prima linea nel
servizio al bene comune, nel mantenere la convivenza, e mi riferisco ai Carabinieri
che spesso sono vittime di questi episodi d’insoddisfazione: mi riferisco al carabiniere
ferito a Palazzo Chigi, ma non possiamo dimenticare nemmeno il carabiniere morto in
un conflitto a fuoco, qualche giorno fa, in provincia di Caserta….
R. – Direi
che questa dimensione individualistica di servire la realtà civile oggi trova nei
Carabinieri una formula esemplare di superamento. L’etica dell’Arma dei Carabinieri
è un’etica della partecipazione, della corresponsabilità: è un’etica del bene comune.
Quando io guardo il carabiniere oggi, io vedo colui che rende un servizio agli altri:
è accanto agli altri, quasi, come debitore. Non solo uno che dona se stesso, ma c’è
un di più, un supplemento di animo che rende il carabiniere un debitore, perché l’altro
possa vivere nella serenità. Mi piace definire i nostri Carabinieri come immersi in
una consanguineità universale. Il posto del carabiniere è dove l’umanità è lacerata
sia a causa della illegalità, sia a causa anche di questo disagio per le difficoltà
della vita odierna. Mi colpisce che sia a Maddaloni, sia a Palazzo Chigi, l’uno o
l’altro dei carabinieri sono stati pronti ad offrirsi: a Palazzo Chigi, a offrirsi
per la sicurezza delle istituzioni, a Maddaloni per salvare la vita ad una famiglia
di gioiellieri. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo:
il carabiniere aiuta e quindi esalta la dignità della persona. E allora ecco che i
Carabinieri con la loro vita neutralizzano quelle forze che impediscono una convivenza
serena e anche uno sviluppo normale della comunità umana del nostro territorio e del
nostro Paese.
Sulle responsabilità della politica nell’attuale contesto di
crisi, Luca Collodi ha intervistato Franco Miano, presidente dell’Azione Cattolica
italiana:
R. – Prima di tutto, penso che la politica debba, oggi, prendere
atto dell’assoluta necessità di invertire una tendenza: cercare al massimo di superare
quel senso di sfiducia che attraversa oggi la vita dei cittadini. E’ un senso di sfiducia
motivato da situazioni economiche difficili, da situazioni lavorative che in certi
casi diventano sempre più precarie. Bisogna assolutamente porre attenzione il più
possibile a questa realtà, pericolosa e problematica, come i fatti stanno dimostrando.
D.
– La politica ha capito, il momento difficile della società italiana?
R. –
La politica non lo ha capito del tutto. Abbiamo visto, infatti, situazioni che hanno
continuato ad essere problematiche. Lo stesso esito dell’elezione del presidente della
Repubblica, i tempi lunghi che sono stati necessari, la situazione complicata anche
dal punto di vista della formazione del governo, testimoniano una politica ancora
in difficoltà, che non riesce a mettersi in sintonia con il disagio reale che attraversa
il Paese.
D. – E’ anche vero che la politica, tutta la politica, usa un linguaggio
che da questo punto di vista non aiuta a calmare gli animi…
R. - Quello che
lei dice è assolutamente vero. Anzi in molti casi al legittimo confronto sulle idee
e sulle posizioni prevale un linguaggio fatto di scomuniche reciproche, un linguaggio
che ha anche tratti forti, se non in qualche caso tratti violenti, comunque tratti
che non aiutano un clima che invece si deve rasserenare per favorire il contributo
di tutti alla soluzione dei problemi reali.
D. – A livello politico qualche
disagio all’interno dei partiti è stato espresso anche per il governo Letta. Possiamo
riconoscere che anche nel ricorso al compromesso ci sia l’arte della politica?
R.
– L’elemento auspicabile nella vita politica è che si abbiano chiare maggioranze e
chiare forme di opposizione. Tuttavia, proprio come lei diceva, la politica è anche
legata alle situazioni concrete della vita. Se chiare maggioranze non vi sono, è necessario,
allora, che per il bene del Paese in un qualche modo la politica sappia creare comunque
le condizioni del governo del Paese.