2013-04-30 16:25:18

Festa Lavoratori (Mons. Bregantini): "Occasione progettuale, non di pianto"


RealAudioMP3 “Io sono molto fiducioso sul nuovo governo. I volti sono nuovi, la stagione che si sta inaugurando ha una nuova densità culturale e motivazionale. Ci si accorge che forse la svolta di consapevolezza è matura e siamo in una fase che ci rende più responsabili e anche più operativi, più tenaci”. Così Mons. Giancarlo Bregantini, Arcivescovo di Campobasso-Bojano e Presidente della Commissione CEI per i Problemi Sociali e il Lavoro, alla vigilia della Festa dei Lavoratori. Di fronte ai dati assai preoccupanti diffusi dall’Istat sulla disoccupazione giovanile (38,4%) e di fronte al tasso di crescita della disoccupazione in Italia all’1,1% (il Paese è al top in Europa, preceduto solo da Grecia e Spagna), il presule coglie nel momento presente quel tratto di umiltà della politica “che – afferma – pare si stia riscoprendo. Il 1° maggio è una occasione propositiva soprattutto, non di pianto – precisa il vescovo – e bisogna tornare ad ascoltare la gente e i suoi consigli partecipativi. Soprattutto i giovani devono essere guardati, ascoltati, capiti, accompagnati. Cada quell’immagine di fatalismo che ha accompagnato gli scorsi mesi: la precarietà non è la normale condizione in cui vivere. Si prenda coscienza che si può affrontare e superare il momento negativo”. Da qui Bregantini accenna ad alcune proposte per cercare nuovi sbocchi occupazionali e rilanciare il mercato del lavoro: dal mondo agricolo all’ambiente, dall’edilizia scolastica al lavoro in carcere e agli immigrati, da vedere non come concorrenziali ma come imprenditori. “Le banche devono essere meno rigide, più positive, più progettuali”, aggiunge. E a proposito della rete delle cooperative bisogna “costruire reti, appunto, e non ragnatele”. Un commento all’episodio della sparatoria davanti Palazzo Chigi: “L’uomo che ha sparato viene da Rosarno, una terra che conosco, segnata da grandi drammi sociali e dall’insidia potentissima della mafia. Credo che dentro quest’uomo ci sia il cuore di tanta gente che ha sofferto. Bisogna che la politica usi con saggezza certi atteggiamenti altrimenti la gente si esaspera. Non è certamente prendendo una pistola che si risolvono le cose. Ma questo gesto ha davvero il sapore di un dramma che non è stato cogestito da nessuno”. Con noi in diretta dall'aula del Senato, durante il dibattito per la fiducia al governo, il senatore giuslavorista Pietro Ichino. (a cura di Antonella Palermo)








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