2013-04-30 16:59:10

Al Senato ampia maggioranza al nuovo Governo. Letta: al centro la realtà, cercare soluzioni comuni


Dopo la Camera, oggi anche il Senato ha dato al Governo di Enrico Letta un’ampia fiducia: 233 sì, 59 no e 18 astenuti. Non ci sono alternative allo stare insieme, ha detto il nuovo premier, ricordando però che la situazione resta di “grandissima difficoltà” e che non bisogna pensare che tutti i problemi siano risolti facendo un governo. Il servizio di Debora Donnini: RealAudioMP3

I senatori si alzano in piedi, ad eccezione del Movimento 5 Stelle, e un lungo applauso saluta il discorso di Letta, che ha incassato 233 sì, ben più dei 156 voti necessari. Letta difende le larghe intese che hanno consentito la nascita dell’esecutivo: non ci sono alternative, dice, e solo chi teme di avere un’identità debole può avere paura. Bisogna dunque mettere al centro la realtà e non quello che vorremmo, e “cercare soluzioni comuni”. Sull’Imu conferma quanto detto alla Camera, poco prima Berlusconi aveva ribadito che senza l’abolizione non c’è sostegno. Centrale poi per il premier l’Europa, la cui unità non può però essere data solo dalla moneta: “il nostro destino - afferma - o è comune o è un destino di singoli stati che decadranno''. Letta ha poi esposto a Napolitano i temi che affronterà nel suo tour nelle capitale europee: ora è partito per Berlino dove vedrà la Merkel, domani sarà a Parigi, poi a Bruxelles, e la prossima settimana a Madrid. Il suo discorso è stato salutato positivamente anche dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz: bene le misure anti-austerità, serve ossigeno all’economia. Il presidente della commissione Barroso si dice sicuro di poter contare sull’impegno per le riforme con l’auspicato rilancio della crescita.


Sulla necessità di tagli alla spesa, ma anche di un generale recupero di credibilità da parte della classe politica, si sofferma Franco Pasquale, presidente dell’associazione "Reti in opera", espressione del laicato cattolico della Cei. L’intervista è di Luca Collodi:00:01:15:53

R. – Il lavoro della politica è la capacità di fare sintesi per creare proposte condivise percorribili, riuscire a fare una proposta, un racconto che ricoinvolga il nostro Paese. Quando dico che c’è bisogno “della politica”, intendo anche una di classe dirigente che è, sì, il politico, ma è anche l’imprenditore, la rappresentanza delle forze sociali… Occorre una nuova ottica da questo punto di vista, direi una generosità nuova: mettersi più in discussione per creare questa proposta che è alla portata di tutti, se noi rimettiamo al centro anche la dignità di ogni persona.

D. – Quando un cittadino che ha perso il lavoro vede un politico che spende soldi per comprarsi cose superflue, li utilizza per spese personali – purtroppo è successo – che cosa deve pensare?

R. – Ovviamente, questa mancanza di autorevolezza, di punti di riferimento crea sconcerto, rabbia, disagio, disorientamento che dopo può sfociare in situazioni estremamente drammatiche. Allora, occorre anche una testimonianza diretta, personale: diventa decisivo e determinante tutto il discorso che da tempo si sta facendo circa la forte sobrietà che viene richiesta a chi oggi ha responsabilità. È il primo esempio che dobbiamo mettere in campo, che ci è richiesto come Paese.








All the contents on this site are copyrighted ©.