Cina. Il parroco di Yaan: ai sopravvissuti al terremoto manca tutto
La situazione a Yaan "non è per niente buona. Non abbiamo tende e abbiamo riserve
limitate di acqua pulita e di cibo. Abbiamo montato dei ricoveri provvisori fatti
di plastica e bambù per passare la notte, ma non bastano e non proteggono molto".
A parlare è padre Chen Yong, della parrocchia di Santa Maria vicino a Yaan (diocesi
di Leshan), che in un'intervista telefonica racconta come vivono i sopravvissuti al
sisma che lo scorso 20 aprile ha sconvolto la provincia cinese del Sichuan. Nella
zona di Yaan, prosegue padre Chen, "vivono circa 10mila cattolici. Di questi, 6mila
hanno subito dei danni a causa del terremoto: le loro case sono collassate o sono
pericolanti, quindi non hanno un posto dove stare. Al momento non ci sono vittime
fra i fedeli, ieri siamo riusciti a recuperare dalle macerie un cattolico ferito in
maniera grave: si trova ricoverato presso l'Ospedale del Popolo di Lushan". Il numero
delle vittime ufficiali del sisma rimane per ora a quota 196, con quasi 14mila feriti.
Ma i soccorritori non sono ancora riusciti a raggiungere alcune zone, e le macerie
che hanno sepolto tutto, fanno temere che ci siano altre vittime ancora non identificate.
Il danno peggiore, riprende padre Chen, "è al cuore dei bambini. Alcuni hanno riportato
delle lievi ferite, ma sono tutti molto scossi. Nei loro disegni ora si vedono nubi
scure nel cielo e una pioggia fortissima, con una piccola persona che regge un piccolo
ombrello nella tempesta. Anche se sono cupi, questi disegni mostrano che i bambini
sono ancora pieni di speranza". Nella zona di Yaan operano solo 3 sacerdoti, ma ogni
contea ha la sua cappella: ogni prete è responsabile di diverse contee. Il padre Chen
segue Baoxing e Hanyuan, e quest'ultima da sola conta 2 cappelle e 3 luoghi preposti
alle attività religiose. A Baoxing c'è una cappella, così come a Lushan. "Tutti questi
edifici - dice il sacerdote - sono stati danneggiati dal sisma, non si possono più
celebrare riti religiosi. Le mura sono pericolanti e devono essere riparate, mentre
la struttura della chiesa di Baoxing è stata distrutta del tutto. Anche a Lushan si
contano danni ingenti: la chiesa è crollata, un'altra è quasi del tutto inagibile.
Alcune case di sacerdoti e i loro uffici sono collassati". Il padre Chen sottolinea
però il grande aiuto fornito dai cattolici cinesi attraverso il web: "I vescovi e
i sacerdoti che hanno potuto si sono recati a Taiping, nel Liaoning, dove vivono diversi
cattolici. Arrivati lì hanno visto che i fedeli avevano organizzato gruppi di raccolta
fondi e materiali per loro: c'è stata grande commozione, anche perché quando perdi
tutto, il minimo aiuto ti tocca nel profondo". Oltre ai normali problemi relativi
alla ricostruzione, fra cui la difficoltà nel raggiungere alcune zone colpite dal
sisma e lo smaltimento delle macerie, va registrata anche la diffidenza della popolazione
cinese nei confronti dei soccorritori "ufficiali". I media di Stato sottolineano infatti
come siano quasi dimezzate le donazioni inviate alla Società cinese della Croce rossa,
l'organizzazione governativa che segue le attività di primo soccorso. Colpita da numerosi
scandali - nati dalla mancanza di trasparenza nella gestione dei conti - la Croce
rossa ha perso il 50% delle donazioni inviate dai cittadini, che hanno preferito le
altre 115 piccole Ong a gestione privata. (R.P.)