Congresso a Roma di Pax Christi Italia: "E' l'ora della non violenza"
Si è chiuso a Roma presso l'Istituto Seraphicum il Congresso nazionale di Pax Christi
Italia dal titolo: "È l'ora della nonviolenza - Spalancare la finestra del futuro,
progettando insieme, osando insieme" . Al centro dei lavori, il Trattato internazionale
sul commercio delle armi convenzionali, la pace e la trasformazione non violenta dei
conflitti. Per un bilancio finale, Federico Piana ha intervistato mons.
Giovanni Giudici, presidente di Pax Christi Italia e vescovo di Pavia:
R. – Sostanzialmente
ci siamo un po’ domandati cosa fare in questo momento in cui c’è una sorta di bassa
marea per ciò che riguarda la pace. Le ragioni sono anche abbastanza evidenti e cioè
il conflitto si è spostato nelle nostre città dove si corre una maratona, si è spostato
in cento luoghi della terra dove incomprensioni razziali o religiose vengono sfruttate
dai mercanti d’armi o da politici corrotti che desiderano il potere. Quindi ci siamo
fatti carico anche di questo 40.mo della Pacem in terris attraverso il quale noi vogliamo
dichiarare ancora una volta che le parole del Papa, che richiamano come sia paradossale
che portiamo insieme il desiderio grande della pace e una inefficacia dei mezzi che
troviamo per costruire la pace. Questo è stato un secondo aspetto che abbiamo voluto
esplorare. Da ultimo, essendo la nostra un’organizzazione formata da tanti “punti
pace”, come li chiamiamo noi, che sono disposti un po’ nel territorio nazionale, abbiamo
anche cercato di ridirci cosa facciamo sul territorio attraverso questi punti pace,
ciascuno dei quali ha una sua creatività e cerca quei gesti che servono a educare
alla pace.
D. - Andiamo al tema, “Spalancare la finestra del futuro progettando
insieme, osando insieme”, in che modo, secondo lei, concretamente si può raggiungere
questo obiettivo?
R. – Anzitutto rendendoci conto che sta cambiando anche il
modo con cui la violenza si insinua nella vita della società, la condiziona per certi
aspetti, quindi richiamando l’importanza di questa sorta di analisi ai propri sentimenti,
alle proprie capacità di stare dentro al pluralismo culturale, religioso, in cui tutti
ormai siamo immersi. Quindi far conto di una capacità nuova di dialogo, imparare ad
essere persone che dialogano. Ci siamo detti: noi come Pax Christi dobbiamo essere
presone specializzate nell’insegnare la riconciliazione e il dialogo. Quindi, questo
è un primo passo. Un secondo passo è quello di indicare le nuove maniere con cui la
violenza si insinua. Abbiamo, per esempio, riflettuto un po’ su questo cambiamento
dei sistemi d’armi che vengono sviluppandosi ad alta tecnologia: solo il premere un
bottone può creare terrore, morte distruzione, e non c’è più rapporto tra la coscienza
e il vedere ciò che uno sta compiendo. Questo è un passaggio che chiede una maggiore
consapevolezza da parte della comunità sociale. Perché costruisce le armi? Perché
commercia nelle armi? Che armi sono quelle che vengono sviluppate dalla scienza e
dalla tecnica? Aprire la finestra al futuro vuol dire: rendiamoci consapevoli di queste
novità che la violenza sta portando quasi nella nostra vita di ogni giorno.