Siria: apprensione per i vescovi rapiti. Nuovi particolari sulla dinamica del sequestro
Mentre tra i cristiani di Siria e di tutto il mondo cresce col tempo l'ansia per la
sorte di Mar Gregorios Yohanna Ibrahim e di Boulos al-Yazigi – i vescovi siro-ortodosso
e greco-ortododosso di Aleppo sequestrati lunedì scorso nell'area compresa tra la
metropoli siriana e il confine con la Turchia – emergono nuovi dettagli eloquenti
sulla dinamica del rapimento. I due metropoliti orientali - riferisce l'agenzia Fides
- sono stati catturati dai loro finora ignoti sequestratori mentre stavano realizzando
un piano concordato tra loro per permettere al vescovo greco ortodosso Boulos di rientrare
nella sua sede episcopale, da cui era assente da tre mesi. Fonti residenti in Turchia
confermano all'agenzia Fides che il metropolita Boulos al-Yazigi dallo scorso febbraio
aveva lasciato la Siria per visitare le comunità cristiane greco-ortodosse in territorio
turco che cadono sotto la giurisdizione del Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia.
Un suo primo progetto di fare rientro in Siria attraverso il Libano si era rivelato
impraticabile. A quel punto il metropolita siro-ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim
aveva offerto la sua collaborazione per permettere a Boulos al-Yazigi di rientrare
in diocesi e condividere con i suoi sacerdoti e i suoi fedeli le sofferenze patite
da tutti per la guerra civile. Mar Gregorios lunedì mattina si era recato con il suo
autista al confine con la Turchia appositamente per prelevare il vescovo greco ortodosso
al suo rientro in Siria e fare ritorno insieme ad Aleppo, confidando di poter ripercorrere
itinerari considerati “sicuri”, che già in altre occasioni gli avevano permesso di
tornare nella città siriana dal confine turco. Poco dopo aver confermato a alcuni
sacerdoti greco-ortodossi residenti in Turchia il loro ricongiungimento in territorio
siriano, i due vescovi sono diventati irrintracciabili. Mentre continuano a circolare
voci e indiscrezioni incontrollate e di volta in volta smentite sulla imminente liberazione
dei due vescovi rapiti – l'ultima è stata diffusa ieri mattina su diversi siti d'informazione
arabi – rimane oscura anche l'identità dei rapitori. Nell'area tra Aleppo e la frontiera
turca si muovono fazioni e gruppi eterogenei, spesso in lotta tra loro. Intanto, da
Gedda, l'Organizzazione per la Cooperazione islamica (Oic) ha condannato il rapimento
dei due vescovi. Ekmeleddin Ihsanoglu, Segretario generale dell'organismo panislamico,
ha chiesto il loro rilascio “immediato e incondizionato”, ribadendo che il loro sequestro
“contraddice i principi dell'Islam autentico, e l'alto status riservato dall'Islam
agli ecclesiastici cristiani”. (R.P.)