Nigeria: bilancio di oltre 70 chiese distrutte nello Stato di Benue
E’ un bilancio a tinte fosche quello diramato dalla Chiesa cattolica nello stato Benue,
nella Nigeria centrale: nella crisi sociale e religiosa che attraversa la regione,
oltre 70 chiese risultano distrutte, e migliaia di fedeli, specie in villaggi remoti,
restano senza un luogo di culto. Lo riferisce, in una nota inviata all'agenzia Fides,
Felix Apine, coordinatore della commissione “Giustizia, Sviluppo e Pace” della diocesi
di Makurdi, capitale dello stato di Benue. La nota informa che 30 chiese che si trovavano
nell’area di Gwer occidentale sono state bruciate o completamente distrutte, e i fedeli
sono fuggiti in altri villaggi. Altre 40 risultano rase al suolo nella zona di Guma.
La distruzione tocca anche alcune scuole primarie e secondarie appartenenti alla diocesi,
mentre volontari e catechisti stanno perlustrando le diverse aree per appurare i danni.
L’arcivescovo cristiano protestante Yiman Orkwar, presidente della “Associazione cristiana
della Nigeria”, confermando la distruzione di chiese e scuole, ha detto che il bilancio
degli edifici distrutti potrebbe ancora salire. Nello stato di Benue, allevatori di
etnia Fulani, in gran parte musulmani, hanno attaccato villaggi abitati da agricoltori
di etnia Tiv, in maggioranza cristiani. Sulla recente recrudescenza di attacchi dei
Fulani verso agricoltori Tiv, che ha fatto oltre 30 morti, l’arcivescovo ha osservato
“con sgomento la distruzione di vite umane e di proprietà, da parte di pastori Fulani
e di uomini sconosciuti, con armi sofisticate”. Quanto sta accadendo ai cristiani
“non sono semplici incidenti, è ma frutto dell’opera di jihadisti Boko Haram e jihadisti
Fulani”, ha affermato, invitando le istituzioni a difendere la popolazione. “No si
tratta di scontri – ha ribadito – ma di veri propri attacchi subìti dagli agricoltori
cristiani”. (R.P.)