Il card. Turkson: Papa Francesco come Giovanni XXIII, un fautore di pace
Tracciando il profilo dell'Enciclica Pacem in Terris a 50 anni dalla sua pubblicazione,
ieri mattina il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della
Giustizia e della Pace, al Convegno svoltosi a Bergamo e promosso dal Movimento Cristiani
Lavoratori, ha evidenziato che diverse similitudini avvicinano la figura di Giovanni
XXIII a Papa Francesco, il quale sin dall’inizio del suo ministero petrino ha auspicato
che la Chiesa sia “strumento per la pace” e ha definito il Pontefice come “colui che
costruisce ponti con Dio e tra gli uomini”. Per questo motivo, ha osservato il porporato,
Papa Francesco ricorda Papa Roncalli, che dal canto suo nella Pacem in Terris
“ci guida a comprendere la pace e a costruire la pace oggi”. Per il cardinale Turkson,
l’intuizione di Giovanni XXIII è stata quella di parlare di pace riferendosi all’uomo,
e solo secondariamente a tutte le nazioni, che rientrano nell’ordine stabilito dall’uomo,
ordine dove “non è intrinseca la pace, in quanto le nazioni sono in competizione”.
Papa Roncalli evidenziò che “la pace in terra è raggiunta, in sostanza, in relazione
alla verità di Dio e nel rispetto dell’ordine da Lui stabilito, che comprende l’uomo,
la donna e tutta l’umanità”. Per questo, nell’Enciclica vi è da riconoscere una base
antropologica-umanistica: “Il punto di partenza e l’elemento fondamentale è l’essere
umano, l’uomo creato da Dio, dotato di dignità, con diritti e doveri”, ha spiegato
il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
Analizzando
poi il contesto storico nel quale è nata l’enciclica Pacem in Terris, il porporato
ha brevemente riflettuto sull’influenza che i Papi hanno avuto nel panorama mondiale
storico e ha sottolineato che “un Papa o un cardinale non è solo colui che in un momento
di crisi interviene sul palcoscenico mondiale”, ma che “ruolo più tipico, e addirittura
cruciale, è quello di ricordare al mondo le verità più profonde”. In tal senso, il
cardinale Turkson ha rammentato che “la Pacem in Terris è stata scritta in
un momento in cui il disastro nucleare sembrava imminente” e che i suoi contenuti
servirono come richiamo a ognuno “a lavorare per costruire la pace e i diritti dell’uomo”,
così come l’invito dello stesso Giovanni XXIII - rivolto dai microfoni della Radio
Vaticana, a “tutti i governi di non essere sordi davanti a questo pianto dell’umanità”
- indusse l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti a non far degenerare la Guerra Fredda
in un catastrofico conflitto ad armi atomiche. Ripetendo infine le parole di Papa
Francesco del 22 marzo scorso al Corpo Diplomatico, il cardinale Turkson ha affermato
che per costruire la pace è necessario costruire ponti di vero dialogo e vera fraternità.
Per questo, il porporato ha invocato l’intercessione del Beato Papa Giovanni, affinché
lo Spirito Santo “guidi Papa Francesco ad essere un efficace Pontefice e un vero costruttore
di pace, e perché ognuno di noi possa, a sua volta, costruire ponti ed operare per
la pace secondo quanto siamo stati predestinati a fare in questo mondo, secondo il
disegno di Dio Padre”. (T.C.)