Bangladesh: crollo del Rana Plaza, arrestati due proprietari-ricattatori
La polizia ha arrestato i proprietari di due fabbriche tessili ospitate nel Rana Plaza,
il palazzo di otto piani crollato a Savar, estrema periferia di Dhaka (Bangladesh)
il 24 aprile scorso. Mahbubur Rahman Tapas e Blazul Samad Adnan, a capo degli stabilimenti
New Wave Buttons e New Wave Style, si sono arresi alle forze dell'ordine questa mattina.
Essi sono acusati di aver ricattato e costretto i propri dipendenti a recarsi a lavoro,
sebbene l'edificio fosse stato dichiarato inagibile e pericolante. Intanto, sale il
bilancio delle vittime: a oggi sono almeno 332 i lavoratori morti nel crollo del palazzo.
Questa mattina i soccorritori hanno estratto dalle macerie altre 15 persone vive,
al terzo piano dell'edificio, che si aggiungono così agli oltre 2mila feriti salvati
in questi giorni. Secondo le forze dell'ordine, impegnate nella ricerca di superstiti,
sarebbero però centinaia le persone ancora intrappolate in ciò che resta del Rana
Plaza. Da ieri, almeno 10mila persone impiegate nel settore tessile sono scese nelle
strade di Dhaka e a Savar, per chiedere maggiore sicurezza sul posto di lavoro. Chi
è impiegato in queste fabbriche tessili - per lo più ragazzi e ragazze giovani - lavora
in condizioni al limite del disumano: migliaia di persone stipate su un unico piano,
per almeno 12 ore al giorno, a 40 dollari al mese (circa 30 euro), che è la paga media
di un operaio non qualificato. "Ormai - commenta un testimone - sono peggio degli
schiavi". Dopo la Cina, il Bangladesh è il secondo esportatore di vestiti al mondo.
Secondo l'International Labor Rights Forum, dal 2005 sono più di 1000 gli operai tessili
morti nel Paese a causa di edifici non a norma di sicurezza. L'industria tessile rappresenta
più del 10% del Pil nazionale e circa l'80% delle esportazioni, per lo più negli Stati
Uniti e in Europa. Il Bangladesh ha circa 4.500 fabbriche, che danno lavoro a oltre
2 milioni di persone.