Terra Santa: il Muro nella valle di Cremisan cambia percorso, ma non si ferma
Il Comitato speciale d'appello israeliano per la confisca di terre in stato d'emergenza
ha emesso il suo verdetto sui ricorsi presentati da un convento di suore salesiane
e da numerose famiglie di contadini palestinesi contro il tratto di Muro di separazione
che le autorità israeliane vogliono erigere nella Valle di Cremisan. Il pronunciamento
emesso il 24 aprile stabilisce una modifica del tracciato del Muro, affinchè il convento
di suore rimanga accessibile dalla città di Beit Jala e dai Territori palestinesi.
La soluzione adottata cade a due mesi dall'ultima udienza, e rappresenta il punto
d'arrivo provvisorio di una battaglia legale in corso da sette anni. La costruzione
del Muro di separazione secondo il tracciato alternativo – che circonderà da tre lati
il convento delle suore e porterà comunque alla confisca della gran parte delle terre
ad esso appartenenti – rappresenta secondo lorganismo israeliano un compromesso ragionevole
tra le esigenze di sicurezza di Israele e le istanze della libertà di religione e
di educazione a cui avevano fatto appello i rappresentanti legali del convento. Dal
canto suo, la Society of St Yves – l' organizzazione cattolica per i diritti umani
che aveva intentato la causa legale anche a nome dell'Assemblea dei vescovi cattolici
di Terra Santa - in un comunicato pervenuto all'agenzia Fides prende atto della modifica
del percorso del muro, ma ribadisce “l'ingiustizia del provvedimento che non tiene
conto soprattutto del danno economico provocato alla comunità cristiana di Beit Jala
dalla sua costruzione”. Secondo i responsabili della Society od St.Yves, la corte
d'appello ha ignorato tutte le testimonianze dei proprietari terrieri sui danni a
loro provocati dall'avanzamento del Muro e anche i dati forniti sullo scempio ambientale
che deturperà la valle di Cremisan. Gli estensori del verdetto ritengono che un cancello
agricolo dovrebbe essere sufficiente a garantire ai contadini palestinesi l'accesso
ai propri terreni agricoli destinati a rimanere al di là della barriera. Il Comitato
d'appello enfatizza il valore vincolante del suo pronunciamento, ribadendo che non
rientra nelle sue competenze poter autorizzare eventuali soluzioni alternative che
implicherebbero lo smantellamento di sezioni del Muro già erette da tempo. La Society
of St. Yves, dal canto suo, si riserva la possibilità di far ricorso all'Alta Corte
di giustizia dello Stato d'Israele. (R.P.)