Sudafrica: iI rammarico dei vescovi per l’approvazione della legge sul segreto di
Stato
I vescovi sudafricani si “rammaricano” per l’approvazione della legge sul segreto
di Stato (Protection of State Information Bill) e chiedono al Presidente Jacob Zuma
di sottoporla al giudizio della Corte Costituzionale. In una dichiarazione firmata
da mons. Stephen Brislin, arcivescovo di Cape Town e presidente della Southern African
Catholic Bishops’ Conference si afferma che “il Presidente Zuma ha il potere di deferire
la legge alla Corte Costituzionale prima di promulgarla. Gli chiediamo di farlo, al
fine di evitare il rischio di una battaglia legale lunga e costosa e la possibilità
di offrire maggior tempo ai parlamentari di introdurre degli emendamenti”. Il 25 aprile
dopo 3 anni di dibattiti, spesso polemici, il Parlamento ha definitivamente approvato
la legge che regola il segreto di Stato. Diverse critiche, anche da parte della Chiesa,
sono sorte sul testo (che ha comunque subito importanti emendamenti rispetto alla
stesura originale) in particolare sul suo possibile uso per nascondere forme di corruzione
da parte di amministratori e politici. “Per lottare contro la corruzione abbiamo bisogno
di maggiore apertura non di più segretezza” rimarca mons. Brislin, che giudica inoltre
eccessiva la pena (fino a 25 anni di carcere) per coloro che rivelano un segreto di
Stato “sapendo o avendo ragionevolmente consapevolezza” di favorire così uno Stato
estero. Un modo, dicono i critici, di mettere il bavaglio a chi intende denunciare
atti criminali protetti dal segreto di Stato. (R.P.)