2013-04-26 15:22:17

Studenti a Firenze per le "Olimpiadi di italiano". La Crusca: serve rilancio della lingua


Si sono aperte ieri a Firenze le finali delle "Olimpiadi di italiano" 2013, organizzate dall’Accademia della Crusca. La due giorni vede in gara 64 studenti che hanno passato le precedenti selezioni tra oltre 12 mila allievi di Istituti superiori italiani e esteri. L’iniziativa, giunta alla terza edizione, rappresenta anche un’occasione di riflessione sullo stato di salute della lingua italiana e della sua promozione e diffusione in tutto il mondo. Al microfono di Marco Guerra, sentiamo il presidente dell’Accademia della Crusca, Nicoletta Maraschio:RealAudioMP3

R. – Attraverso una gara, stimoliamo le scuole per riflettere meglio e lavorare meglio sulla lingua italiana e quindi migliorare la padronanza della lingua italiana e valorizzare le competenze in questo campo. Perseguiamo un obiettivo alto attraverso il gioco.

D. – Che riscontro avete avuto negli Istituti: la lingua italiana riesce ancora a stimolare la creatività dei più giovani?

R. – Hanno partecipato quest’anno 12 mila studenti delle secondarie superiori di tutte le regioni d’Italia e anche scuole italiane all’estero, di varie parti del mondo, quindi rispetto all’edizione precedente c’è stata una crescita da questo punto di vista: molti più studenti hanno partecipato. Vuol dire che sono interessati, che le classi lavorano intorno a questi temi. Avere così tanto materiale che ci proviene dalle scuole, da tanti ragazzi, ci permette di monitorare con precisione quali siano le maggiori lacune degli studenti che frequentano le nostre scuole superiori. Questo permetterà poi anche di organizzare la didattica sull’italiano tenendo conto di questo dato.

D. – Qual è la situazione al di fuori dei confini nazionali?

R. – Sono stati fatti vari studi anche dal Ministero degli esteri. Risulta che la richiesta di italiano sia in crescita nel mondo e questo è un dato molto positivo, naturalmente tenuto conto del fatto che purtroppo non esiste una politica di sostegno dell’italiano all’estero analoga a quella che viene fatta da altri Paesi europei. La nostra lingua ha un fascino per la sua storia culturale che la rende ancora molto appetibile in tutto il mondo.

D. – In realtà, fra i ragazzi si assiste a un processo di impoverimento del lessico e della sintassi…

R. – Da un'indagine Ocse e da indagini nazionali, risulta che la competenza dell’italiano, una capacità alta di uso della lingua, non è così come sarebbe auspicabile. Di fatto, l’italiano è diventato lingua di tutti noi solo dagli anni Sessanta del secolo scorso e quindi naturalmente avrebbe bisogno di cure particolari. Quindi, anche qui si pone un problema di politica linguistica, che riguarda la scuola prima di tutto, che riguarda tante istituzioni che si occupano della valorizzazione della lingua e che riguarda anche i mezzi di comunicazione di massa. La lingua dovrebbe essere riconosciuta come centrale anche per la sua trasversalità e purtroppo questo, nel nostro Paese, ancora non avviene.







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