Letta al lavoro per il nuovo governo. Padre Simone: non necessariamente tecnici nell'esecutivo
Prosegue il lavoro di Enrico Letta, incaricato dal presidente Napolitano di formare
un governo. Ieri due incontri con Napolitano, nella notte la trattativa per decidere
il programma e la lista dei ministri. Tensioni con il Pdl sui nomi, poi Berlusconi
spinge per l'intesa. Superati gli ultimi ostacoli potrebbe tenersi oggi il giuramento
al Quirinale con la presentazione dei ministri, quindi lunedì o martedì il discorso
in Parlamento per chiedere la fiducia di Camera e Senato. Letta può contare sull'appoggio
di Scelta civica e del Pd, nonostante persistenti divisioni all’interno del partito.
Segnali di apertura dal Pdl, mentre Grillo boccia il prossimo esecutivo definendolo
“un’ammucchiata”. Il servizio è di Paolo Ondarza:
Sono ore
intense per Enrico Letta alla ricerca di una maggioranza di governo e alle prese con
veti incrociati delle forze parlamentari. Questa mattina il lungo colloquio di due
ore con l presidente Napolitano e quello con il premier dimissionario Monti. Poi
al lavoro per la stesura del discorso con cui forse lunedì chiederà la fiducia alle
Camere. Già domani potrebbe sciogliere la riserva e giurare davanti al capo dello
Stato. Dopo le consultazioni di ieri per Letta restano ancora da sciogliere nodi
intricati come la richiesta di abolire l’Imu avanzata dal Pdl. Oggi Berlusconi è rientrato
a Roma dagli Usa e ha riunito lo stato maggiore del suo partito dicendosi ottimista
sul futuro esecutivo, pur specificando di non volerne far parte. Altra grana per Enrico
Letta sarà la squadra di governo: un veto sui nomi di Monti e Amato è stato posto
dalla Lega che deciderà domenica se votare la fiducia o collocarsi all’opposizione
insieme a Fratelli d’Italia, Sel e Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo ha già fatto
sapere di non avere alcuna intenzione di mescolarsi a quella che definisce “un ammucchiata”.
Ma per il sindaco di Firenze Matteo Renzi l’ex comico presto perderà consensi e grazie
a Letta verrà fuori un buon governo che il Pd voterà compatto.
Sul futuro esecutivo
Alessandro Guarasci ha sentito l’opinione di Padre Michele Simone, notista
politico della Civiltà Cattolica:
R. – Nell’incontro
con il Movimento 5 Stelle, ieri sera, e poi anche tenendo presenti le dichiarazioni
delle varie delegazioni dei partiti, la caratteristica che veniva ripetuta è che ci
vuole sì un governo politico, e poi capacità concrete per quanto riguarda le conoscenze
e l’organizzazione. Quindi, non necessariamente tecnici.
D. – Possiamo in qualche
modo legare il destino di questo governo a temi come la restituzione dell’Imu?
R.
– No, io direi che questo – almeno fino adesso – non ha bloccato le trattative, perché
stanno cercando un modo per tirarsene fuori, da una parte e dall’altra.
D.
– La priorità dovrà essere il rilancio dell’economia e le riforme istituzionali: questo
è fondamentale per far sì che questo governo abbia una durata anche non breve?
R.
– Sì: soprattutto l’impegno nel settore economico, un’urgenza nella società e una
necessaria messa in atto del programma.
D. – Però, Pd e Pdl durante la campagna
elettorale, hanno avuto toni molto duri l’uno nei confronti dell’altro. E’ normale
che ora siedano assieme attorno ad un tavolo, quello del Consiglio dei ministri?
R.
– C’è – diciamo – lo sguardo dall’alto del presidente della Repubblica, che veglia
su questo che è un punto essenziale. D’altro canto, si tratta di un governo di emergenza,
perché la situazione economica italiana è una situazione in emergenza.
D. –
Secondo lei, questo governo dovrà avere anche un atteggiamento diverso con l’Europa,
dunque: austerità ma anche sviluppo? Insomma: c’è un margine di trattativa?
R.
– Per ora non emerge, tranne l’incaricato del settore economico nella Commissione,
una presa di posizione a favore di una maggiore apertura in economica. L’onorevole
Letta sembra intenzionato a fare di tutto, su questo punto.