2013-04-26 15:36:44

Il Papa al Rinnovamento nello Spirito: unito alla vostra Festa della Misericordia


Da giovedì, e fino a domani, si svolge a Rimini la 36.ma Convocazione nazionale dei gruppi del Rinnovamento nello Spirito. Tema guida dell’incontro 2013 è “Accogliamo la Parola con la gioia dello Spirito Santo”. Un tema, quello della gioia, che riecheggia l’esortazione di Papa Francesco della Domenica delle Palme: i cristiani “non siano mai uomini e donne tristi”. Alessandro De Carolis ne ha parlato con il presidente nazionale di Rinnovamento, Salvatore Martinez:RealAudioMP3

R. – La gioia, diceva Paolo V, è il gigantesco segreto della vita cristiana e nel tempo di Pasqua non si può non dar corso a una gioia profonda. È quella che si ridesta nei cuori tutte le volte che ci si sente amati. In fondo, potremmo spiegare così queste prima pagine del Pontificato di Francesco: la Chiesa si sta ridestando nei cuori della gente, dei vicini e dei lontani, si ridesta come amore. La gioia è il frutto visibile di questo amore e chi si sente amato è capace di amare. Papa Francesco – ma così Benedetto XVI, Giovanni Paolo II – hanno esortato noi cristiani, in questi anni, a fare di Gesù Cristo un’esperienza viva, un incontro. È quello che accade qui a Rimini da 36 anni.

D. – Nel messaggio che Papa Francesco vi ha inviato per l’occasione, c’è una sottolineatura particolare, quella della “misericordia”...

R. – Sì, qualcuno l’ha già definito “il Papa della Misericordia”. Ma vorrei dare una valenza sociale a questo tema. Ci raccontano in ogni modo le miserie di questo nostro tempo. Vorrei dire che la misericordia sta sotto le miserie umane: è il grembo in cui tutte le miserie dell’uomo, quelle sociali, politiche, economiche, familiari, vengono accolte. È il cuore di Dio. A Rimini, si vive la Festa della Misericordia. Più di 300 preti offrono il Sacramento della riconciliazione sacramentale e i 20 mila partecipanti sono spinti alla confessione. Sono, come diceva il Papa, spinti a chiedere perdono. Ed è una grande festa. Ecco che la gioia ritorna come la Parabola del Padre misericordioso.

D. – Tra le iniziative di cui parlerete, figura la presentazione del Piano nazionale per la Nuova Evangelizzazione. Di che cosa si tratta?

R. – È una risposta all’appello di Papa Benedetto e dei padri sinodali. È una risposta che in fondo trovava già, 30 anni fa, un appello del Beato Giovanni Paolo II. Il Rinnovamento nello Spirito noi lo consideriamo dal suo sorgere un esaudimento della uova evangelizzazione, che non significa fare cose nuove, significa rifare nuove le cose di sempre. Un Piano nazionale per la Nuova Evangelizzazione – e non un “progetto”, quindi, ma un piano inteso come linee, come visione, come criteri di discernimento – vuole essere un aiuto non soltanto ai nostri gruppi e alle nostre comunità, ma a tutta la Chiesa, alle parrocchie, alle chiese locali. Perché la nuova evangelizzazione non sia uno slogan, una moda e neanche un istituto, un ufficio pastorale, ma un modo di essere e di vivere la Chiesa, un modo di rispondere ai bisogni dell’uomo e della Chiesa a partire dal Vangelo e in un modo nuovo, cioè mediante lo Spirito Santo per dare a questo Vangelo fantasia, creatività, realizzazione.

D. – Avrete anche, durante i vostri lavori, uno spazio in cui pregherete per le Chiese perseguitate...

R. – Nell’Anno delle Fede, non poteva mancare uno sguardo alla fede perseguitata, martirizzata. Avremo rappresentanti dalla Siria, dall’Iraq, dall’Egitto, dall’Eritrea, dalla Nigeria. Ieri, abbiamo avuto, nella persona del cardinale Puljić, anche l’espressione della nostra Europa, dell’ex Jugoslavia. Abbiamo voluto ricordare i postumi di questa terribile guerra del 1992. Vogliamo guardare quindi con attenzione a che cosa significhi conservare la fede, dare le ragioni della fede. Diceva il Papa: “Non cediamo al pessimismo”. Ecco perché la fede deve essere forte, robusta, grande come è grande il cuore di Dio. Questi testimoni, questi esempi di vita vissuta, ci aiutano allora non soltanto a interiorizzare la fede, ma a testimoniarla in un modo netto, semplice e cristallino, come ci insegnano, per l’appunto, i martiri del terzo millennio.

Ultimo aggiornamento: 27 aprile







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