Il Papa al Rinnovamento nello Spirito: unito alla vostra Festa della Misericordia
Da giovedì, e fino a domani, si svolge a Rimini la 36.ma Convocazione nazionale dei
gruppi del Rinnovamento nello Spirito. Tema guida dell’incontro 2013 è “Accogliamo
la Parola con la gioia dello Spirito Santo”. Un tema, quello della gioia, che riecheggia
l’esortazione di Papa Francesco della Domenica delle Palme: i cristiani “non siano
mai uomini e donne tristi”. Alessandro De Carolis ne ha parlato con il presidente
nazionale di Rinnovamento, Salvatore Martinez:
R. – La gioia,
diceva Paolo V, è il gigantesco segreto della vita cristiana e nel tempo di Pasqua
non si può non dar corso a una gioia profonda. È quella che si ridesta nei cuori tutte
le volte che ci si sente amati. In fondo, potremmo spiegare così queste prima pagine
del Pontificato di Francesco: la Chiesa si sta ridestando nei cuori della gente, dei
vicini e dei lontani, si ridesta come amore. La gioia è il frutto visibile di questo
amore e chi si sente amato è capace di amare. Papa Francesco – ma così Benedetto XVI,
Giovanni Paolo II – hanno esortato noi cristiani, in questi anni, a fare di Gesù Cristo
un’esperienza viva, un incontro. È quello che accade qui a Rimini da 36 anni.
D.
– Nel messaggio che Papa Francesco vi ha inviato per l’occasione, c’è una sottolineatura
particolare, quella della “misericordia”...
R. – Sì, qualcuno l’ha già definito
“il Papa della Misericordia”. Ma vorrei dare una valenza sociale a questo tema. Ci
raccontano in ogni modo le miserie di questo nostro tempo. Vorrei dire che la misericordia
sta sotto le miserie umane: è il grembo in cui tutte le miserie dell’uomo, quelle
sociali, politiche, economiche, familiari, vengono accolte. È il cuore di Dio. A Rimini,
si vive la Festa della Misericordia. Più di 300 preti offrono il Sacramento della
riconciliazione sacramentale e i 20 mila partecipanti sono spinti alla confessione.
Sono, come diceva il Papa, spinti a chiedere perdono. Ed è una grande festa. Ecco
che la gioia ritorna come la Parabola del Padre misericordioso.
D. – Tra le
iniziative di cui parlerete, figura la presentazione del Piano nazionale per la Nuova
Evangelizzazione. Di che cosa si tratta?
R. – È una risposta all’appello di
Papa Benedetto e dei padri sinodali. È una risposta che in fondo trovava già, 30 anni
fa, un appello del Beato Giovanni Paolo II. Il Rinnovamento nello Spirito noi lo consideriamo
dal suo sorgere un esaudimento della uova evangelizzazione, che non significa fare
cose nuove, significa rifare nuove le cose di sempre. Un Piano nazionale per la Nuova
Evangelizzazione – e non un “progetto”, quindi, ma un piano inteso come linee, come
visione, come criteri di discernimento – vuole essere un aiuto non soltanto ai nostri
gruppi e alle nostre comunità, ma a tutta la Chiesa, alle parrocchie, alle chiese
locali. Perché la nuova evangelizzazione non sia uno slogan, una moda e neanche un
istituto, un ufficio pastorale, ma un modo di essere e di vivere la Chiesa, un modo
di rispondere ai bisogni dell’uomo e della Chiesa a partire dal Vangelo e in un modo
nuovo, cioè mediante lo Spirito Santo per dare a questo Vangelo fantasia, creatività,
realizzazione.
D. – Avrete anche, durante i vostri lavori, uno spazio in cui
pregherete per le Chiese perseguitate...
R. – Nell’Anno delle Fede, non poteva
mancare uno sguardo alla fede perseguitata, martirizzata. Avremo rappresentanti dalla
Siria, dall’Iraq, dall’Egitto, dall’Eritrea, dalla Nigeria. Ieri, abbiamo avuto, nella
persona del cardinale Puljić, anche l’espressione della nostra Europa, dell’ex Jugoslavia.
Abbiamo voluto ricordare i postumi di questa terribile guerra del 1992. Vogliamo guardare
quindi con attenzione a che cosa significhi conservare la fede, dare le ragioni della
fede. Diceva il Papa: “Non cediamo al pessimismo”. Ecco perché la fede deve essere
forte, robusta, grande come è grande il cuore di Dio. Questi testimoni, questi esempi
di vita vissuta, ci aiutano allora non soltanto a interiorizzare la fede, ma a testimoniarla
in un modo netto, semplice e cristallino, come ci insegnano, per l’appunto, i martiri
del terzo millennio.