2013-04-25 13:55:02

Malaria: progressi ma ogni anno 660 mila morti, soprattutto bambini. Necessari più investimenti


La malaria continua ad uccidere nel mondo circa 660mila persone all’anno, soprattutto bambini sotto i 5 anni nell’Africa sub-sahariana. I dati sono stati diffusi in occasione della Giornata mondiale contro la malaria, che ricorreva ieri. Grandi progressi sono stati compiuti dal 2000: i tassi di mortalità per questa malattia si sono ridotti del 25%. Si teme però che, complice la crisi, i finanziamenti siano a rischio. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

E’ la seconda malattia infettiva più diffusa al mondo per mortalità, dopo la turbecolsi. E’ dovuta ad un protozoo che si trasmette all'uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles. La malaria uccide ancora nel mondo circa 660mila persone all’anno. La mortalità è calata del 25% dal 2000 a oggi, anche in Africa i morti per malaria sono diminuiti di un terzo negli ultimi 10 anni, ma ancora, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, vi sono ogni anno 200mila nuovi casi. I dati positivi potrebbero però essere minacciati da eventuali tagli ai finanziamenti. Se questo avvenisse, si rischia di tornare indietro di almeno 10 anni dice l’Amref, African medical and research foundation. Sentiamo Aldo Morrone, direttore generale dell’ospedale San Camillo, esperto in malattie tropicali, che è appena tornato dall’Etiopia:

R. – C’è stato certamente un progresso nei confronti dei decessi della malaria, nei confronti anche della riduzione dei casi attivi di malaria. Siamo, però, ancora lontani dall’obiettivo del Millennio del 2015, in cui si affermava almeno della riduzione del 75 per cento dei casi di malaria a livello mondiale. C’è necessità di un ulteriore investimento in tema di risorse professionali, economiche e strutturali, perché i paesi, in particolare i paesi africani - dove si osserva il 91 per cento di quei 660 mila casi di decessi - abbiano la possibilità di investire direttamente.

D. – Secondo lei, c’è il pericolo che la crisi economica e i bassi investimenti influiscano sulla lotta alla malaria?

R. – Il dramma - dal punto di vista della riduzione dell’economia nei Paesi soprattutto africani a causa della malaria - è intorno ai 12 miliardi di dollari all’anno di perdite economiche, solo in Africa. E se si pensa che con l’investimento di tre miliardi e mezzo di dollari avremmo la possibilità di sradicare quasi completamente la malaria, significa che anche in termini semplicemente economici sarebbe il caso di investire proprio per sradicare la malattia, che determina un ulteriore impoverimento di questi Paesi.

D. – Dal punto di vista farmacologico, quali sono i farmaci più usati e cosa si dovrebbe fare di più?

R. – E’ necessario, intanto, che ci sia un investimento maggiore da parte dell’industria farmaceutica, perché dopo la scoperta da parte degli scienziati cinesi, nel 1972, della notevole efficacia dell’artemisia, ora si stanno osservando casi di malaria resistenti a questo farmaco potentissimo, che aveva ridotto notevolmente la mortalità e i casi di febbre malarica praticamente in tutto il mondo. The Lancet nel 2012 ha riportato casi di malaria resistente a questo farmaco, soprattutto ai confini tra la Birmania e la Thailandia, oltre che in Cambogia. Questo significa che è necessario fare una campagna di osservazione e di studio, investendo in risorse nei Paesi più “dimenticati” e poi investire soprattutto sulle sperimentazioni dei vaccini.

D. – Lei è appena tornato dall’Etiopia, dove fra l’altro si è occupato proprio di malaria. Com’è la situazione in questo Paese?

R. – L’Etiopia sta investendo moltissime risorse in collaborazione con i Paesi più sviluppati, soprattutto con le fondazioni scientifiche, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per contrastare e debellare la malaria. Ad esempio, una rete con un insetticida, che dura tre anni, ha un costo di 1 dollaro e 39 centesimi. C’è poi la possibilità di investire anche nella monodose per i bambini di artemisia e lumefantrina. Quest’associazione di farmaci costa meno di un dollaro, il dosaggio costa tra 0,3 e 0,40 dollari. Questo vuol dire che c’è da parte del governo una grande volontà. E’ necessario però che ci sia un’attenzione, un investimento da parte di tutta la comunità scientifica, politica e internazionale. La malaria ormai ha raggiunto anche i duemila metri di altitudine e questo vuol dire che anche i grandi altopiani dell’Etiopia sono stati raggiunti dalla malattia. Prima si doveva scendere almeno a 1000-1500 metri per la diffusione della malaria. Oggi la zanzara sta arrivando ad altitudini inimmaginabili prima.







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